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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

La ragazza del Kyushu



Quella che segue è una recensione ignorante: non ho approfondito l'opera dell'autore né la sua fama di scrittore. Riporto semplicemente le mie impressioni di lettore.

Matsumoto Seicho è noto, almeno in Italia, per due romanzi noir recentemente pubblicati da Adelphi. Dopo Tokyo Express, nel 2019 è stato pubblicato questo romanzo di vendetta giudiziaria. La vicenda ruota attorno alla figura, affascinante ed inquietante, di una giovane ragazza della regione settentrionale del Giappone: il Kyushu, appunto. Kiriko, questo è il suo nome, spende i pochi risparmi per scendere a Tokyo e conferire con un celebre avvocato penalista della capitale.

Il fratello di Kiriko, maestro in una scuola elementare, è accusato di omicidio e rischia la pena capitale. L'avvocato, dopo un primo colloquio, rifiuta di occuparsi del caso: tutto sembra già destinato ad un finale scontato, e Kiriko probabilmente non potrà mai saldare la parcella. Nessuna insistenza riesce a smuovere il professionista dalla sua posizione, nemmeno le suppliche della ragazza. Il fratello, seppur assistito da un legale nominato dal tribunale, è condannato; la morte lo raggiunge in cella, prima che la sentenza sia eseguita.

Nasce così una storia di rimorsi e vendetta, secondo uno schema ormai vagamente scontato. Altri personaggi entrano in gioco, ma è indiscutibile che la lotta senza quartiere tra Kiriko e l'avvocato occupi la scena fino all'ultima pagina.

Devo dire che sono rimasto vagamente deluso da questo romanzo. Bisogna dire che è stato scritto alcuni decenni fa, e infinite trame simmili sono state scritte e filmate nel frattempo. Sebbene descritto come il Simenon del Giappone, Matsumoto Seicho ci propone un romanzo in forma di verbale: raramente i personaggi hanno uno spessore, e si muovono come automi fra gli accadimenti.

La cultura giapponese, per certi versi antipodale a quella occidentale, aggiunge ulteriori momenti di perplessità: solo per dare un esempio, ai nostri occhi la vergogna sociale che una relazione tra un avvocato sessantenne ed una cameriera ventenne può provocare appare soprattutto incomprensibile. Quando si vive in un Paese fortemente corrotto, la damnatio sulla base dell'integrità morale non può funzionare.

Gli aspetti più interessanti del libro risiedono esattamente nelle informazioni culturali che deduciamo dalle azioni e dai giudizi dei personaggi. Resta una letteratura per appassionati del Sol Levante, e immagino che lo stesso giudizio valga a ruoli invertiti.

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