Passa ai contenuti principali

In primo piano

Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Mia regina

Torno a riempire le pagine di questo blog per parlare dell’esordio letterario di Jean-Baptiste Andréa, Mia regina. L’autore ha un curriculum che solitamente mi insospettisce, e quasi sempre mi disincentiva dalla lettura per un pregiudizio personale: è sceneggiatore e produttore cinematografico. Il problema dei romanzi usciti dalla penna degli sceneggiatori è che spesso sono semplici trame per drammi televisivi o sceneggiati. Non che siano sempre cattivi prodotti, ma uno script non è un romanzo.

Questo racconto lungo di Andréa è una piacevole eccezione, e voglio consigliarlo ai frequentatori di questo mio sito. Siamo negli anni Sessanta, Alta Provenza. Shell è un adolescente che vive con i genitori anziani in una stazione di servizio sperduta tra le montagne della Francia meridionale. Shell non è un ragazzo come gli altri, allora li chiamavano “ritardati”: legge e scrive a stento, non sa contare, ha un’idea molto particolare del tempo. Però è capace di fare il pieno e anche di lavare il parabrezza delle auto di passaggio, e tutto sommato è felice.
La minaccia di finire in un istituto per ragazzi “particolari” dopo aver appiccato un (piccolo) incendio lo spinge a prendere una decisione estrema: partire per la guerra e tornare da eroe. Ovviamente non c’è alcuna guerra da combattere, ma ormai indietro non si torna. Shell parte con pochi vestiti e il fucile da caccia del padre, che perde quasi subito in un burrone. Dorme dove capita, mangia quello che trova, e finisce per ammalarsi. All’improvviso, una bellissima ragazza appare nel piccolo rudere che è diventato casa sua, e inizia ad aiutarlo.

Mia regina è esattamente la storia dell’amore ingenuo e profondo per quella ragazza misteriosa che non parla mai di se stessa, ma che sa scatenare emozioni mai provate. La favola non può avere un lieto fine, lo capiamo dalle prime pagine. Eppure questo romanzo di formazione ha la capacità di commuovere con una storia semplice e lineare, molto nostalgica.

Certo, lo ammetto: sarebbe una storia perfetta per un film. Sto invecchiando, mi contraddico. Però il libro resta un esempio di letteratura piena di grazia e di abilità.

Commenti

Post più popolari