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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

La cattiva strada

Che cos'è l'amore, se non la volontà di decidere il proprio destino? È questo il messaggio definitivo che Sébastien Japrisot ci comunica nel suo celebre romanzo Le mal partis, appena riproposto da Adelphi con il titolo La cattiva strada.

Denis Letterand ha quattordici anni. Tempo di guerra, i tedeschi hanno ancora il controllo del territorio francese. Nella grande scuola dei gesuiti, ogni anno scolastico si ripete uguale, secondo antichi riti. Il prefetto (cioè il preside), i sorveglianti, i professori sconclusionati che non sanno cogliere le astuzie degli studenti. E le suore.

Suor Clotilde - al secolo Claude - presta servizio anche come insegnante, è giovane e colta. Con la naturalezza di un fiore di campo, tra lei e Denis sboccia improvviso l'amore. Travolgente e così facile, clandestino ma in fondo evidente, questo sentimento nuovo per entrambi cambia per sempre le esistenze dei due protagonisti. Le conseguenze, inevitabilmente, ci saranno; ma Japrisot accende una luce di speranza, forse ingiusta e scorretta, ma potente come un'onda di piena.

Uno dei romanzi d'amore più belli che io abbia mai letto, che poteva essere scritto solo da un autore francese. Non dovete immaginare scene esplicite o scabrose, ed è qui la sottile inquietudine del racconto. Razionalmente è tutto sbagliato: un ragazzino, una suora (cattolica!), sicuramente qualche reato previsto dal codice penale francese. Però è impossibile schierarsi con la madre superiora, o con i due preti che diventano quasi gendarmi nelle ultime pagine del libro. E sembra quasi di vedere la luce di quell'estate anticipata sulle montagne francesi, dove finalmente i due amanti possono cercare di essere felici insieme.

Resisterà il voto? Durerà l'amore, oltre la soglia che la legge degli uomini ha stabilito? Non lo sappiamo, per fortuna. Chiudiamo il libro senza risposte, ma con tante domande. Dopotutto, le risposte sono dentro di noi.

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