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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Il signor diavolo

Quello del gotico padano è un genere trasversale ad almeno due arti contemporanee: la letteratura e il cinema. Nella prima arte un nome di riferimento è senza dubbio quello di Eraldo Baldini, che ambienta nella sua Romagna storie nere e inquietanti. Nella seconda arte, è inevitabile pensare a Pupi Avati, con La casa dalle finestre che ridono, o Zeder. Pellicole ritenute a lungo prodotti di serie B, ma oggi rivalutate e oggetto di culto per gli appassionati.

Da qualche anno, Avati si cimenta con la letteratura. Il signor diavolo, edito da Guanda, appartiente a tutti gli effetti al genere gotico-padano: ambientazione nel primo dopoguerra, Veneto bigotto e bacino elettorale della Democrazia Cristiana, oscure trame governative, e ovviamente un fatto di sangue imputato al demonio. Furio Momentè, ispettore ministeriale a Roma, viene spedito nella laguna veneta per volgere a favore della Chiesa un processo senza speranza.

Il piccolo Paolino Osti, bambino fragile e provato dalla misera post-bellica, è morto per una malattia misteriosa. Il suo migliore amico Carlo, però, è convinto che sia stato ucciso da uno strano ragazzo, i cui denti sembrano zanne e la cui pelle sembra quella di un mostro. Carlo lo uccide con un violento tiro di fionda in un occhio, perché quel ragazzo è il diavolo. O almeno così crede lui.

Il magistrato sta lavorando bene, tutto fa presagire una condanna pesante con il coinvolgimento delle gerarchie ecclesiastiche di Venezia: intollerabile a ridosso delle elezioni, proprio quando la DC si accinge a prendersi tutto. Momentè deve trovare il modo di scagionare la Chiesa veneta, ad ogni costo.

Inizia così la discesa agli inferi di un funzionario troppo ingenuo per incassare i colpi di tanti potentati, e rovinato da una vita di delusioni personali e professionali. Il diavolo è solo quello dei preti e delle suore, oppure è un maligno molto umano?

Pupi Avati scrive con la sicurezza di chi racconta una storia facile ma efficace, con lo sguardo alla riduzione cinematografica già ampiamente pubblicizzata. Non sarà un capolavoro della suspense, ma funziona dall'inizio alla fine. Consigliato a chi ama i brividi senza splatter.

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