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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

La figlia del predicatore

 

Senza volerlo, negli ultimi mesi ho letto almeno tre romanzi d'esordio di altrettaanti scrittori finora inediti. Amy Jo Burns racconta in questo romanzo la storia della giovane Wren, figlia di un predicatore del West Virginia dei nostri giorni (il romanzo è ambientato nel 2015, come si deduce da un passaggio nella parte finale). Il contesto è quello dei monti Appalachi, dove la normale vita di città si intreccia a quella, rurale e primitiva, di alcune comunità religiose più o meno clandestine.

Wren Bird è figlia di Ruby e Briar, il predicatore orbo che si è nominato inviato di Dio in seguito ad un presunto miracolo di sopravvivenza ad un fulmine. Ruby e la sua amica Ivy conducono l'esistenza mortificante del Vecchio Testamento: mettono al mondo i figli degli uomini, lavano i loro vestiti, puliscono le loro case. Oltre a questi doveri, ogni prospettiva è negata dalla tradizione maschile. Ci sarebbe di che far intervenire FBI e servizi sociali, ma gli Stati Uniti sono la patria delle contraddizioni: libertà si coniuga spesso con schiavitù religiosa.

Sullo sfondo di queste misere vite resta il contrabbando di whisky, da sempre l'attività commerciale più fiorente dello Stato. La montagna non è quella - idilliaca e abbastanza improbabile - di molta letteratura europea. Sugli Appalachi si uccide, si seppeliscono corpi che nessuno troverà, si consumano stupri e vendette. Il serpente del Male (se leggete il romanzo, capirete a che cosa mi riferisco) sembra prevalere sul Dio dei predicatori. Potrà la giovane Wren sopravvivere alla furia del padre, e a trovare la propria strada?

Amy Jo Burns imbastisce un racconto a più voci, ed in questo si vede la profonda differenza tra la narrativa americana e quella italiana. I nostri scrittori esordienti sono soprattutto ragazzi e ragazze appena uscite da università generaliste; spesso hanno talento da vendere, ma le opere prime odorano di tema liceale. Gli esordienti americani sono già professionisti, seguiti da squadre di editori che realizzano libri pronti per essere tradotti in tutte le lingue. 

Burns riesce a raccontare la stessa storia da almeno tre punti di vista diversi, senza ripetersi e senza risultare ridondante. C'è maestria nel modo di spiegare che lo stesso episodio assume rilevanza diversa a seonda di quello che ogni personaggio conosce dell'antefatto. E c'è indubbiamente mestiere nel finale, triste e pieno di speranze come ogni lettore desidera. Insomma, una perfetta macchina da libreria.


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