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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Che lettera vede qui?

Stasera sono tornato prima dal lavoro per andare in agenzia a rinnovare la patente. Il secondo rinnovo, gli anni ...anta che si avvicinano, ahimè! Ma sorvoliamo, per piacere.
Dopo aver prodotto la patente, il codice fiscale, e una marca da bollo da 16 euro, la gentile impiegata mi invita ad accomodarmi in attesa dell'arrivo del medico. Sono il primo, e sono le 17:30. Prima che il medico arrivi, con "soli" venticinque minuti di ritardo, sono arrivate altre quattro persone.
Il medico mi chiama, riportandomi per un attimo ai tempi della visita militare: non per altro, è un tenente colonnello del RIS, o almeno così si firma.

Ma sorvoliamo ancora. Mi fa accomodare, mi chiede conferma (!) del fatto che sono perfettamente sano, che ho tutti gli arti, che i suddetti arti funzionano adeguatamente, e che non soffro di patologie croniche. Dal che deduco che basti tacere per evitare complicazioni. Poi mi fa mettere in piedi a un metro e mezzo dal quadro (letteralmente, un quadro incorniciato con le lettere dell'alfabeto di dimensioni decrescenti) e mi indica in tutto quattro simboli fra quelli più grandi.
E qui arriva la farsa, almeno a giudizio di un profano come me. Apre la borsa e ne estrae un tablet. Lo accende, e compare una "U" gigantesca su sfondo grigio.
- "Mi dica, che lettera è?"
Dopo averlo guardato come se mi prendesse in giro, gli dico che è una "U". Poi mi mostra una gigantesca "N" su sfondo bianco, e mi domanda:
- "E questa, che lettera è?"
- "Una "N"", rispondo io.

Molto contento, il medico mi fa firmare due volte. Al che ne approfitto per chiedergli che senso avessero quelle ultime due lettere.

- "Caro signore, è tutto legale! Pensi che ci hanno fatto spendere centomila euro per dotarci di questo software, che è certificato! Allora, il primo test mi sembra che sia per la visione notturna, e il secondo per l'abbagliamento."

Avrei voluto fargli notare che, se avessi avuto difficoltà a leggere la "U" e la "N", quasi certamente avrei bisogno di un accompagnatore per andare in giro; ma ho lasciato il dottore nel suo compiacimento per l'eccellente verifica delle mie condizioni fisiche.

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