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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Mario Rigoni Stern

Ieri, 16 giugno, era l'anniversario della morte di Mario Rigoni Stern. Con un giorno di ritardo mi piace ricordare questo scrittore di montagna, alpino e reduce della campagna di Russia. Nella mia vita ho trascorso solo quattro giorni sul suo amato altipiano di Asiago, ma quei giorni mi sono rimasti nel cuore.

Ho anche letto relativamente poco della sua opera: Il sergente nella neve, e qualche racconto. Sono poco adatto ad esprimere un ricordo, quindi cedo la parola ad un altro scrittore di montagna che conosco meglio.

Ma la vera ragione per cui mi sento legato a Rigoni Stern è più intima. Per restare doverosamente nel vago dei fatti personali, mi limito a dire che a lui devo l'ingresso nella mia vita di una persona molto speciale, unica. Per questo conservo il Meridiano Mondadori a lui dedicato sempre in cima ad una pila di volumi nella mia stanza: mi ricorda che la letteratura e i libri possono portare felicità nei modi più inaspettati.

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