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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Sole a mezzanotte

È mia abitudine tenermi alla larga dal fenomeno dilangante ed invadente dei romanzi gialli scandinavi. Come tutte le mode, anche questa è arrivata a saturare il mercato: basta essere nato sopra la Germania e sei uno scrittore di gialli per diritto geografico.

Come spesso mi accade, ho iniziato a leggere Sole di mezzanotte per l'indiscutibile malìa della foto in copertina. Temevo di dover riporre il libro per disperazione e noia, ma ho avuto un vero colpo di fulmine!

Jon, killer al soldo del mercante di droga soprannominato Pescatore, commette uno sgarbo grave al suo capo; uno sgarbo che non si perdona, e si paga con la vita. La fuga è l'unica speranza, per quanto flebile. Inizia così un viaggio da Oslo fino alle terre dell'estremo Nord della Norvegia, dove la notte è luminosa come il giorno e la terra è dura come il cemento.

Jon assume il nome di Ulf, e sbarca in un minuscolo paese di laestadiani. Di alberghi o locande nemmeno l'ombra, così si rifugia per la notte nell'unica chiesa. Al mattino viene risvegliato da un ragazzino che lo tempesta di domande: è il figlio della sacrestana, una giovane donna con una cicatrice sul labbro superiore.
Con il loro aiuto Ulf si sistema in un capanno da caccia in mezzo al bosco, forse finalmente al sicuro. Ma la lunga mano del Pescatore non conosce confini: arriva un eliminatore con il compito di chiudere i conti in sospeso.

Uno dei pregi più notevoli del racconto è l'allontanamento progressivo dalla (banale) trama gialla. Più che la storia di un inseguimento nel contesto della malavita norvegese, Sole di mezzanotte si trasforma in un particolare romanzo di formazione. Il personaggio di Ulf non è particolarmente originale, ma è positivo. Conosce l'amore vero, e combatte per realizzarlo.

La vera domanda davanti alla quale l'autore ci inchioda è se sia possibile raggiungere il bene mediante la violenza. Il tema della religione (qui protestante) è trasversale a tutte le vicende del libro, per quanto la morale conclusiva abbia connotati molto terreni. La giustificazione di tutto con le buone intenzioni può apparire semplificatoria, certo; ma che cos'è un buon romanzo di intrattenimento? Sicuramente non è un trattato di etica.

Solo dopo aver terminato la lettura ho scoperto che Sole di mezzanotte è il secondo capito di una trilogia aperta da Sangue e neve. La tentazione di proseguire a ritroso è molto forte...

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