Ho letto questo (breve) romanzo di Roberto Bianchin dopo aver letto la recensione del dotto collega Lino Di Martino. Mi interessava l'ambientazione veneziana, una città che si lega ad alcuni fra i più bei ricordi romantici della mia vita. Ma il libro è tutt'altro che romantico: è veramente nero. Pure troppo.
Luca Alfonsi è un giornalista, più precisamente un inviato speciale, alquanto dimesso e probabilmente in disgrazia. La sua vita è fatta di solitudine e tormenti, senza la consolazione di un lavoro ancora appagante. Ha tentato di diventare uno scrittore, con scarso successo. Ora ha superato la cinquantina, la salute non è di ferro (scopriremo solo alla fine la tragica verità), e ben poco lo tiene aggrappato alla vita.
Nei giorni del carnevale giunge a Venezia, la sua città natale. Scende in una pensione di quelle che si trovano solo nei romanzi (di appendice?), con una titolare alquanto zoc... scusate, ambigua e sensuale; difficile dire perché Alfonsi sia partito per questo viaggio. Fin da subito si moltiplicano gli episodi misteriosi che riportano il protagonista ad un passato di amori infelici e disperati, tra le isole della laguna e le calli deserte.
Non manca, ovviamente, l'avventura inattesa con una bella giovane che gli si concede semplicemente, salvo rivelarsi una tossicodiopendente con le braccia piene di buchi blu. Bianchin si diverte a collocare infiniti dettagli maliziosi e molto volgari nelle pagine del romanzo, giocando le carte della volgarità esplicita sotto la forma di maschere, costumi e tradizioni veneziane.
La verità emerge solo alla fine, ma non la svelerò. Mi limito a dire che il
plot è interessante, molto legato ai temi più dolorosi della fine del Novecento. Oggi, a vent'anni dalla pubblicazione, resta il sapore un po' scontato di un'epoca lontana, le cui paure sembravano essere state rimosse per sempre. I libri
noir non sono il mio genere, preferisco i protagonisti che stanno interamente da una parte o dall'altra del confine tra il bene e il male. Ma
Albascura è, a mio avviso, un buon romanzo tragico di fine Novecento, che dovrebbe essere riscoperto.
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