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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Albascura

Ho letto questo (breve) romanzo di Roberto Bianchin dopo aver letto la recensione del dotto collega Lino Di Martino. Mi interessava l'ambientazione veneziana, una città che si lega ad alcuni fra i più bei ricordi romantici della mia vita. Ma il libro è tutt'altro che romantico: è veramente nero. Pure troppo.

Luca Alfonsi è un giornalista, più precisamente un inviato speciale, alquanto dimesso e probabilmente in disgrazia. La sua vita è fatta di solitudine e tormenti, senza la consolazione di un lavoro ancora appagante. Ha tentato di diventare uno scrittore, con scarso successo. Ora ha superato la cinquantina, la salute non è di ferro (scopriremo solo alla fine la tragica verità), e ben poco lo tiene aggrappato alla vita.

Nei giorni del carnevale giunge a Venezia, la sua città natale. Scende in una pensione di quelle che si trovano solo nei romanzi (di appendice?), con una titolare alquanto zoc... scusate, ambigua e sensuale; difficile dire perché Alfonsi sia partito per questo viaggio. Fin da subito si moltiplicano gli episodi misteriosi che riportano il protagonista ad un passato di amori infelici e disperati, tra le isole della laguna e le calli deserte.

Non manca, ovviamente, l'avventura inattesa con una bella giovane che gli si concede semplicemente, salvo rivelarsi una tossicodiopendente con le braccia piene di buchi blu. Bianchin si diverte a collocare infiniti dettagli maliziosi e molto volgari nelle pagine del romanzo, giocando le carte della volgarità esplicita sotto la forma di maschere, costumi e tradizioni veneziane.

La verità emerge solo alla fine, ma non la svelerò. Mi limito a dire che il plot è interessante, molto legato ai temi più dolorosi della fine del Novecento. Oggi, a vent'anni dalla pubblicazione, resta il sapore un po' scontato di un'epoca lontana, le cui paure sembravano essere state rimosse per sempre. I libri noir non sono il mio genere, preferisco i protagonisti che stanno interamente da una parte o dall'altra del confine tra il bene e il male. Ma Albascura è, a mio avviso, un buon romanzo tragico di fine Novecento, che dovrebbe essere riscoperto.

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