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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament...

La volontà del male

Se vi piacciono i libri che vi tengono incollati alle pagine fino alla soluzione dei misteri, questo libro non fa per voi. E' scritto benissimo, quasi magistralmente; la trama è ricca e ben strutturata; i personaggi sono disegnati con precisione e realismo. Però, alla fine, le risposte non arrivano.

Il romanzo, piuttosto lungo, ruota attorno a Dustin, psicanalista e padre di due adolescenti. La sua storia è drammatica: ancora piccolo, i suoi genitori sono stati trucidati in casa, probabilmente dal fratellastro adottato, Rusty. Alla strage sono scampati Dustin e le due cugine Kate e Wave. La moglie di Dustin muore repentinamente di un cancro aggressivo, e la sua famiglia si sgretola lentamente. Nel frattempo, il suo paziente Aqil, ex poliziotto in congedo, gli sottopone il dubbio che alcuni ragazzi morti per annegamento nei fiumi della zona possano essere in realtà vittime di un assassino seriale.

Da qui si dipana una narrazione in undici parti, corale: ogni evento è spiegato al lettore secondo diversi punti di vista. Tutto viene rimesso in discussione, a partire dalla scarcerazione di Rusty dopo trent'anni in penitenziario per omicidio premeditato. La lettura è intrigante e scorrevole, nell'attesa che tutto si spieghi.

Ma la spiegazione non arriva, se non parzialmente e senza troppe certezze. Chi ha ucciso i genitori di Dustin? Forse Rusty, o magari una delle due cugine? Qualcun altro? E chi è davvero l'assassino (se esiste) dei giovani annegati? In una sarabanda tragica di contraddizioni labirintiche, Dan Chaon riesce ad eludere ogni lieto fine.

Colpisce l'accanimento contro la famiglia e i suoi valori: tutto è falso e ingannevole, l'amore lascia il posto al rancore e all'odio più estremo. Se trovate un innocente tra i personaggi, fatemelo sapere. E' effettivamente uno dei romanzi più intensi che ho letto negli ultimi mesi, ma resta addosso una spiacevole sensazione di presa in giro: perché scrivere tutto questo, se la storia è destinata a restare inspiegata?

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