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Le streghe
Il secondo romanzo di Paolo Prevedoni nasce sotto il peso delle aspettative dopo il sorprendente l'esordio (di cui vi ho parlato nel post precedente). Questa volta il taglio del racconto vira decisamente verso il giallo, seppure striato di soprannaturale.
Bellula, che immaginiamo sempre in quella Pianura Padana attorno a Miraniente, è il paese delle streghe. La più terribile è la Masca, che dal bosco sceglie le sue vittime fra gli abitanti del paese, soprattutto bambini. Bambini scomparsi e mai più ritrovati, eccenzione fatta per un paio di omicidi efferati. Negli anni Ottanta muore tragicamente anche il fratello del protagonista di questa storia, che oggi è un fotografo di moda perseguitato dal ricordo della tragica sera in cui la strega portò via il bambino.
Un giorno, un professore di chimica presso una prestigiosa università della zona decide di convocare il fotografo a Bellula, ufficialmente per appurare se le morti dei bambini siano legate ad una setta satanica. Del gruppo di investigatori dilettanti faranno parte uno sciamano e un ambiguo personaggio televisivo, ospite fisso di alcune trasmissioni in veste di cacciatore di fantasmi.
A differenza del precedente romanzo, Prevedoni si... accontenta di una trama meno articolata. Tutto il libro racconta effettivamente gli accadimenti di pochi giorni e soprattutto di una notte che cambierà per sempre il destino dei personaggi. Ma, come detto sopra, la presenza dell'elemento soprannaturale si affianca al male e alla crudeltà dell'uomo. Contaminazioni di questo tipo sono frequenti nella letteratura e nella cinematografia di genere, spesso con effetti meno incisivi rispetto al puro horror o al puro thriller.
Leggermente inferiore all'esordio, resta comunque una compagnia di forte suggestione per una giornata di svago.
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