Riflessioni sull'insegnamento
Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament...
Forse ti può interessare che il *concetto* stesso di carta di identità o di identificazione da stato di polizia non è ovunque accettato come dato di fatto, come invece accade in Italia (esempio: http://en.wikipedia.org/wiki/Identity_Cards_Act_2006).
RispondiEliminaL'Italia nasce e sopravvive come stato di polizia, per certi aspetti: appena entri in una casa per starci anche una sola notte in teoria devi registrarti alla polizia, appena ospiti qualcuno dovresti fare altrettanto, e ogni albergo ha il dovere di fare questo (controllando l'identità con carte di identità o passaporti etc.). La cosa strana non è che sia così, ma che non c'è nessuno che si renda conto che è una violazione della libertà individuale, non giustificata e non comune, violata da uno stato che da sempre ha molti più diritti di quanti ne abbiano i cittadini-sudditi.
Ma davvero non hai mai visto i film dove in america si registrano con falso nome negli alberghi?