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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

I clienti di Avrenos

Per quanto possa suonare inconcepibile, quella narrata ne I clienti di Avrenos è una storia di vampirismo. Certo non il vampirismo del conte Dracula, piuttosto un vampirismo morale.

Bernard de Jonsac, dragomanno all'ambasciata francese di Istanbul, durante una serata al night club conosce la bella "ballerina" Nouchi. Giovane e disinibita, rapidamente si insinua nella vita di Jonsac fino a diventarne la convivente. Lo trascina per locali, si abbandona a comportamenti pesantemente ambigui con i suoi amici europei, lo ossessiona negandogli qualunque rapporto intimo. Durante una notte di eccessi alcolici, il gruppo di amici induce Leila, una ragazza benestante e molto ingenua, ad un bagno nuda. La mattina seguente, in preda ai rimorsi, la ragazza tenta il suicidio e lascia una lettera di scuse per Jonsac.
Spinto dai sensi di colpa, Jonsac inizia a frequentarla, pur avendo appena contratto un matrimonio con Nouchi per farle avere il permesso di soggiorno in Turchia. Ma Nouchi è tutt'altro che gelosa: al contrario si fa beffe della timidezza del marito, lo sprona a mettersi con la giovane ereditiera, lo deride in camera da letto. Per Bernard la misura è colma: deve vendicarsi della moglie, e lo deve fare possedendo Leila.

Come sempre accade nei romanzi duri di Simenon, la frustrazione sfocia nella tragedia. Tutti sono travolti dagli eventi, mentre Nouchi continua a succhiare la vita di chi la avvicina, senza però riempire il vuoto che una fanciullezza di miseria le ha lasciato.

Scritto nel 1932 e apparso tre anni dopo, questo romanzo appartiene al gruppo degli scritti più amari del giovane Simenon (che all'epoca aveva trent'anni). Curiosa la pagina conclusiva, in cui l'autore onnisciente si inserisce per descrivere il futuro dei personaggi.
Autore fondamentalmente maschilista e molto novecentesco, Simenon costruisce questa volta una storia in cui tutti gli uomini sono deboli e sottomessi al potere crudele di Nouchi. Il tema del sesso, che sappiamo essere una sorta di fissazione per lo scrittore belga, è trasfigurato in un'arma di ricatto, capace di far impazzire il pur misurato dragomanno Jonsac.
Emmanuel Carrère ha definito I clienti di Avrenos "un capolavoro". Anche per questo vale la pena di leggerlo.

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