Apparso per la prima volta in Francia nel 1952,
Les diaboliques (Celle qui n'était plus) è sempre stato offerto al pubblico italiano con un titolo alquanto ambiguo. Se è vero che la lingua francese non permette in questo caso di distinguere il genere dell'aggettivo
diaboliques, la scelta del genere maschile risulta a posteriori piuttosto scorretta. Se però l'editore avesse optato per il genere femminile,
Le diaboliche, avrebbe immediatamente svelato la trama e il colpo di scena finale. Insomma, un bel dilemma: meglio un titolo fuorviante o un titolo troppo rivelatore?
Ritenuto il capolavoro della coppia di scrittori francesi Pierre Boileau e Thomas Narcejac,
I diabolici è stato a lungo reperibile solo nelle biblioteche e sul mercato dell'usato. Classica la trama: un uomo e la sua amante decidono di sbarazzarsi della di lui moglie per mettere le grinfie su una polizza assicurativa. L'uomo è l'anello debole della coppia, mentre la donna, Lucienne, agisce con meccanica e agghiacciante freddezza. Ma il piano è destinato al fallimento, perché il corpo della defunta moglie scompare dal canale dove i due l'avevano gettato. Lucienne esce apparentemente di scena, lasciando posto alla progressiva pazzia dell'uomo, perseguitato da misteriose lettere in cui la moglie gli promette di tornare a casa molto presto. L'angoscia cresce, conducendo l'omicida verso una notte di tregenda nella casa di campagna avvolta da una nebbia lugubre.
Inizialmente molto simenoniano, il racconto vira su toni quasi soprannaturali, per volgersi infine alla più umana delle conclusioni. Laddove Simenon avrebbe concentrato l'attenzione sulla psicologia dei protagonisti, e magari proposto uno dei suoi celebri nulla-di-fatto che disattendono le aspettative del lettore, Boileau e Narcejac ci trascinano nell'incubo del terrore e della disperazione.
Pur nella classicità della trama, che più di un lettore potrebbe ritenere datata e scontata,
I diabolici resta un gioiello della letteratura nera francese.
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