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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Da Como, con (il mio) amore

Si fa presto a dire Como. Praticamente ci sono nato (non sottilizziamo, vengo dalla provincia ma sono solo 12 chilometri), e da vent'anni ci passo quasi tutte le domeniche e a volte anche altri giorni. Credo che non esista strada, vicolo o sentiero cittadino che i miei piedi non abbiano calpestato: se i sassi avessero un nome, li potrei salutare da vecchio amico.

E poi, addì 13 novembre dell'anno del Signore 2014, ho passato a Como una giornata con una persona speciale. La chiamerò F*, perché è una ragazza riservata. Sono tornato esattamente nei posti che conosco a memoria, eppure avevo la sensazione di essere là per la prima volta: i colori, i rumori, i monumenti, perfino il lago e le paperelle mi sembravano nuovi. Le foto qui sotto sono opera di F*.


Sarà un discorso bizzarro per uno scienziato, ma talvolta la mente vede quello che il cuore sente.

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