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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

A seminar or not a seminar, this is the question

A few days ago I was browsing the most important database for mathematicians, Mathscinet, and I found a really interesting paper by J. Mawhin and M. Willem. Its title is Origin and evolution of the Palais-Smale condition in critical point theory. While traveling home, I could read almost all of it, and I was so amused that I decided to prepare a rather informal talk for PhD students.

Therefore, I stated writing slides, but I suddenly stopped: is this really interesting for students? I mean, they do not know what the Palais-Smale condition is, why should they be interested in its evolution? Even worse, why should they be interested in mathematics at all? Alright, this is too much...

 

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