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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Elogio del calzino

Tranquilli, non state per leggere un articolo feticista: con il tallone coperto di dolorosissime sbucciature sanguinanti da sfregamento, ho deciso di scrivere un brevissimo pamphlet in difesa delle taumaturgiche proprietà del calzino di cotone.

In quanto tale, un calzino è un oggetto elementare costituito da un tubolare di tessuto atto ad avvolgere il piede. Molto usato dall'uomo, è popolare fra le donne dei Paesi continentali. Indispensabile addirittura per quelli che, come me, hanno i cosiddetti "piedi dolci". Dovete sapere che il sottoscritto, fin dalla tenera infanzia, si è rivelato incapace di calzare scarpe senza l'ausilio delle calze. Che fossero scarpe per la neve o scarpe di tela, la minima dimenticanza o baldanzosità era pagata con la moneta sonante di piccole piaghe nelle parti strategiche dei piedi. Ma da bambini può essere normale che la pelle sia sensibile. Ora, a 37 anni suonati, mi illudevo di aver indurito le mie estremità a sufficienza per indossare comuni sandali da mare.
Ebbene, tolte le scarpe da ginnastica alle 13 di sabato, alle 18 dello stesso giorno zoppicavo vistosamente nel tentativo di evitare il sanguinamento dei miei poveri talloni scorticati. Un uomo di buon senso avrebbe ripiegato sulle scarpe da tennis, ma un uomo di buon senso non va al mare (scusate, mi è scappato un rigurgito di snobismo). Quindi ho perseverato, e alle 14:30 di domenica biancheggia l'osso della caviglia (sto esagerando, ma sicuramente il dolore è penetrante).

Una vota di più, sono costretto a riconoscere l'intelligenza pratica dei cugini teutonici di Germania e Svizzera. Avete presente la pratica di indossare i sandali con i calzini? In Italia è considerato uno spettacolo ripugnante, ma l'eleganza estetica può essere un prezzo troppo alto da pagare. Nelle mie recenti vacanze in Alto Adige e in Tirolo, ho incontrato molti escursionisti attrezzati in siffatta guisa, compresi ragazzi e ragazze (raramente italiani, comunque). Incoraggiato dal tempo fresco, ho voluto cedere alla tentazione: di fronte alla comodità e al sollievo, perfino il genio di Leonardo mi è sembrato imperfetto.
D'accordo, forse avrei sfigurato in un salotto elegante; ma in un paese di montagna nessuno strabuzzava gli occhi, ed io ho portato a casa solo le vesciche causate dagli scarponi durante una discesa ripida di 1300 metri.

La morale è semplice: assecondate l'estetica finché potete permettervelo. Ma solo uno stolto rinuncia a star bene per compiacere l'occhio. E quando vedrete un tedesco o una tedesca con i sandali da montagna e le calze di spugna, pensate che, probabilmente, lui o lei non devono passare la serata a disinfettare le escoriazioni e a bucare le bolle!

Commenti

  1. comunque sei in buona compagnia...io sono una fan del sandalo Birkenstock con calzino. di solito cerco di mettere un calzino colorato, e mi piacciono un casino! buona guarigione...

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  2. Caspita, devi avere antenati "crucchi" ;-)

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