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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

In memoria di una gelateria

A Como avevo la mia gelateria preferita, scelta dopo averle provate praticamente tutte. Era vicino alla stazione delle Ferrovie Nord di Como-Borghi: un piccolo locale con il bancone messo di traverso e una panchina da giardino per i clienti. Clienti che erano rari, e già questo mi piaceva molto: nessuna fila dietro turisti istupiditi dal sole estivo, nessun bambino che ti strusciava il cono sui pantaloni puliti. Arrivavo ed ero l'unico cliente; il burbero gelataio, attirato da un campanello automatico posizionato sopra la soglia del negozio, usciva dal retro e nemmeno salutava. Bastava un cenno con il mento, come a dire: "Forza, dimmi che cosa vuoi perché ho fretta".
Un cono, due euro: i miei gusti preferiti erano limone, menta o cioccolato fondente. Talvolta l'arancia e l'amarena, ma solo come ripiego se il tempo era inclemente (quando piove, mangio i gusti "caldi").

Essendo collocata in un quartiere poco turistico, la gelateria chiudeva presto, alla fine di settembre. Restava in stato di abbandono fino ad aprile, ma quest'anno è stato affisso un foglio di carta da pacco vergato a mano: inaugurazione 3 marzo. Ieri, 3 marzo, mi sono presentato, e ho trovato un locale completamente diverso. Ora è gestito da due tizi un po' storditi che non sanno moltiplicare 2 (euro) per 4 (il numero di gelati), e che vendono un gelato squagliato senza un'etichetta per riconoscere un gusto dall'altro. C'è il super cioccolato, ma nemmeno sotto tortura ti dicono perché mai sia super. Ora due gusti fanno tre euro, forse pensano di essere a Parigi; ieri c'era lo sconto speciale, bontà loro.

Ho comprato il mio cono super cioccolato più yogurt ai frutti di bosco, il primo sciolto e il secondo ghiacciato. Possibile che siano sempre i migliori (gelatai) che se ne vanno?

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