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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Quel che resta della comunicazione

L'altra sera stavo guardando un episodio della serie NYC 22, e uno dei protagonisti ha esclamato: "Ca***, ormai io e mia figlia parliamo per SMS!"
Questa mattina, in treno, ho aperto il mio ultimo acquisto per lo scaffale di storia della Prima Guerra Mondiale, Arditi sul Grappa. Che dire? Il confronto fra le lettere e le cartoline che il ragazzo del '99 spediva dal fronte e gli accrocchi sgrammaticati che i nostri (si fa per dire) figli spediscono durante le vacanze è impietoso. Anche Twitter, a mio giudizio, è stato equivocato: lo scopo dei caratteri limitati non è quello di farci diventare la caricatura del bovero negro che spopolava sotto il fascismo. La sfida di comunicare con poche parole è stata aggirata con acrobazie sconfortanti: "Nuovo governo ha parto difficile. Presidente incaricato parla cn soc. civile." 'Azzo, o giornalista, ma ti sei riletto? O credevi di essere sotto un bombardamento?

Ieri sera ero seduto in autobus, proprio dietro una signora di cosiddetta mezza età; costei era talmente scatenata sulla tastiera del telefonino che mi è sembrato doveroso leggere i suoi messaggi. Sinceramente, speravo che se ne accorgesse e smettesse di giocare all'adolescente stagionata. La meschina continuava a far scorrere, su e giù, lo stesso messaggio. Già questo comportamento può essere sintomo di qualche alterazione neurologica, giacché un individuo sano dovrebbe recepire il contenuto di un SMS piuttosto rapidamente. A memoria, il messagio recitava:

Grzie x la bella conversaz. 6 1 persona stupenda, e non meriti di rest sola!!! Baci e abbrcci da XY!!

O era un messaggio cifrato, o era un analfabeta di ritorno. Perché, o umani, non avete capito che i messaggi di testo breve non sono adatti ad esprimere sentimenti nobili et profondi? Il/la corrispondente dell'adolescente stagionata di cui sopra voleva senza dubbio trasmettere un concetto bello e caloroso, ma è riuscito/a a sembrare una scimmia con l'artrite alle mani.
Certo, se a cinquant'anni sembra giusto così, il caso è disperato. Ma da venti è ancora possibile guarire. Mi è capitato di ricevere un'email, che recitava approssimativamente:

Salve prof! Essendo ke devo laurearmi a giugno, vorrei sapere se può spostare la data dell'esame. Essendo ke mi manca solo il suo esame, devo consegnare il libretto entro il 15. Se proprio non si può, essendo ke ci sono difficoltà burocratiche, posso cercare di farlo prima.

Ecco: essendo che codesto individuo ha un diploma di scuola superiore e quasi una laurea, mi viene da piangere.

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