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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

"Il libro degli animali", di M. Rigoni Stern


Avrete capito che sto attraversando una fase nostalgica e naturista. Dopo Mauro Corona, e forse in ritardo di una ventina d'anni, ho preso in mano questo libretto del grande Mario Rigoni Stern. Quando l'ho ordinato ero scettico: qualche lettore lo descriveva come una lettura da ragazzi. Ora che l'ho chiuso, credo che convenga precisare che è un'eccellente lettura per ragazzi, ma è adatto anche agli adulti.

Accantonati per un momento i ricordi della guerra, della Russia, della prigionia, Rigoni Stern parla ai suoi lettori degli animali del bosco e della montagna. Dall'altipiano di Asiago dove ha trascorso quasi l'intera vita, Rigoni descrive l'amicizia e la fedeltà dei cani da caccia, compagni insostituibili di ogni cacciatore. Ma nemmeno mancano gli uccelli e i rapaci, o i lepri (sì, al maschile!) e le asine. Ogni animale di questo libro ha una sua specificità, e diventa quasi un amico mentre voltiamo le pagine.
Magari non sarà il capolavoro del vecio Mario (come è ricordato ad Asiago), ma le emozioni che proviamo quando scopriamo l'amore che un uomo può portare ai suoi animali sono sincere e forti.

Una delle prime cose che ho scoperto quando ho cominciato a fare camminate in montagna (anche intorno ad Asiago) è proprio la scomparsa di quel timore che noi cittadini proviamo verso l'animale. In città siamo ossessionati dalle formiche sul balcone, dalle api fuori dalla finestra, dai cani che sbraitano alla catena. In montagna (o in campagna) è tutto più semplice: gli insetti sono compagni di viaggio, i cani da pastore non ci minacciano con le zanne in mostra. È normale passare accanto agli stambecchi che brucano l'erba e alle marmotte che escono dalle tane. Ho provato a mangiare un panino mentre i corvi si avvicinavano per rubare briciole e pezzi di formaggio, ma questa scena che inquieterebbe in città era osservata da grandi e bambini in cima a quella montagna.
Leggere libri come questo aiuta a comprendere che un animale non è un giocattolo, ma ha sentimenti da rispettare e da condividere.

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