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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament...

La casa dei fantasmi

La maggior parte delle storie di fantasmi sembrano scritte con la logica ⌘C-⌘V (copia&incolla), e questa non fa eccezione. Eppure ho letto questo libro di John Boyne con piacere.

La trama è, come detto, classica: la giovane Eliza Caine, londinese ventenne, resta improvvisamente orfana di padre. Non sopportando di vivere nella casa piena di ricordi struggenti, risponde ad un'offerta di lavoro come istitutrice di due bambini nel Norfolk. Solita villa nella campagna inglese, solita atmosfera sospesa e sottilmente inquietante.
Nella villa, apparentemente, vivono solo i due bambini: Isabella, la più grande, e il piccolo Eustace. Dei genitori non vi è traccia. Eliza prende a cuore il nuovo lavoro, ma eventi soprannaturali mettono a dura prova la sua stabilità.

Naturalmente non aggiungo ulteriori particolari sulla trama perché guasterei la sorpresa (?) di scoprirla leggendo il libro. Subisco da sempre il fascino dei racconti gotici in stile vittoriano, e questo di Boyne non è fra i peggiori. Si legge velocemente, l'autore è abile nel mantenere viva l'attenzione del lettore. Resta purtroppo quella sensazione di déja-vu che non tutti amano, fino all'ultima pagina: banale eppure inevitabile. Per appassionati del genere, senza troppe aspettative.

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