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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Money, money, money

Ieri sera, il programma televisivo Report ha proposto un bell'esperimento: abolire il denaro contante. Più precisamente, l'inchiesta proponeva di stabilire una franchigia per le cosiddette piccole spese quotidiane (parlavano di 150 euro al mese, che forse sono troppo pochi); chiunque prelevi contanti per più di tale somma dovrebbe pagare una penale salata, tesa ad incoraggiare l'utilizzo massiccio dei pagamenti tracciabili (bancomat/postamat, carte di credito, assegni, bonifici). Alcune simulazioni, che confesso di non aver seguito con la dovuta attenzione, dimostrerebbero che la teoria potrebbe funzionare, e permetterebbe la restituzione di circa 600 euro annui a ciascun italiano come premio per la lotta all'evasione fiscale.

Devo ammettere che questa faccenda mi ha affascinato. Effettivamente, mi sono accorto che io stesso spendo assai poco in contanti: la mensa universitaria, il quotidiano, qualche fumetto, e i biglietti dei mezzi pubblici che uso occasionalmente. Per il treno ho l'abbonamento annuale addebitato in busta paga. Quindi, a patto di alzare la soglia a, diciamo, 200 euro mensili, penso che buona parte dei cittadini onesti potrebbe avvantaggiarsi per la tassazione del contante.

Alla fine della trasmissione, con un po' di imbarazzo, mi sono reso conto che qualcosa mi infastidiva. Oggettivamente, occorre dire che un tale sistema dovrebbe prevedere tutele per i consumatori: se l'uso della moneta elettronica e/o tracciabile continua a costare quanto adesso, sarebbe un vergognoso regalo ai circuiti bancari. Più romanticamente, ho pensato che il denaro è un oggetto nobile, nato come alternativa all'impraticabile baratto degli antichi. Avete mai pensato alla difficoltà di andare al supermercato con una pecora in spalla, da barattare per un paio di pantaloni? Far sparire questo prodotto dell'ingegno umano mi sembra quasi un'eresia. Dove nuoterebbe Paperon de' Paperoni? Negli assegni circolari? Nelle tessere magnetiche? Sarebbe la fine di un'epoca.

Da ultimo, c'è sempre lo stesso dubbio: perché nessuno Stato occidentale ha abolito il denaro? Perché in Italia bisogna curare le pellicine con la motosega? Non basterebbe imparare ad essere non dico onesti, ma solo meno truffatori? Eh già, siamo la patria del motto per colpa di qualcuno, non si fa credito a nessuno. Disonesti fino a prova contraria.

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