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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Very false friends

Ok, tecnicamente non parlerò di false friends. Ma di qualcosa di abbastanza simile. In questo periodo mi sono lanciato nella visione di alcuni film in lingua originale. Sorvolando su quelli in serbo-croato, che potrebbero essere muti as well, è divertente utilizzare i sottotitoli per seguire i film in lingua inglese. Cioè, per essere precisi: in lingua americana.

Eh già, perché forse non ci avete mai pensato, ma le seguenti frasi sono praticamente indistinguibili per uno yankee:

  1. I'll write a letter;

  2. I'll ride a ladder.


D'accordo, la seconda frase non ha molto senso per una persona sana di mente. Eppure... Un altro esempio buffo è:

  1. I've got;

  2. I've God.


La seconda alternativa è degna di un delirio di onnipotenza, ma il suono è davvero simile. Strano, vero? Vi hanno insegnato a parlare inglese come la regina (per inciso, a me hanno insegnato a parlare inglese come una professoressa calabrese di inglese, ma lasciamo stare), e quando sentite Obama che si rivolge alla nazione non capite un'acca. Sapevate che foot e food hanno suoni diversi, ma solo in alcune regioni degli USA? E book, con quale dei due fa rima? Bella domanda. La risposta è che dipende. Se volete divertirvi, fate ad esempio questo test. Io, inconsciamente, ho scoperto di parlare un inglese simile al cosiddetto Inland Northern dialect, che poi è quello del Wisconsin e di Chicago. Pur avendo la erre blesa ("moscia"), parlo in modo rhotico. In più uso le "-er" nasali e le "o" aperte come la "a" (ad esempio dot=daaaht, God=Gaahd), ma cot e caught per me sono suoni diversi. Inoltre, e qui non so proprio perché mi venga spontaneo, pronuncio on come don (daahn), ma dawn come yawn (dohn).

La linguistica inglese è molto affascinante, ma continuo a non capire come possa essere parlata una lingua in cui una parola suona come N parole diverse in N regioni. E ci credo che faccio fatica a capirlo, no?!

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