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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament...

Immaginiamolo seduto sul WC

Avrete sentito tante volte la frase che dà il titolo a questo post. Più precisamente, è una parte di un celebre stratagemma consigliato alle persone i procinto di affrontare una prova particolarmente stressante. Ad esempio, ad un esame con un professore notoriamente austero e severo, molti consigliano di visualizzare il personaggio seduto sul WC: un'immagine che toglie qualunque timore reverenziale.

Perché ne sto parlando? È agosto, quindi mi concedo qualche intervento leggero. Sto pensando soprattutto ai politici delle ultime generazioni (e non fate battute come "quindi parli di quelli nati nel 1920"), che amano sentirsi vicini alla ggente mediante i network sociali. Ecco: sarò antico, d'accordo; però questa sovraesposizione diventa stucchevole.
Il meccanismo è precisamente quello del WC. La presenza su Facebook (un po' meno su Twitter) espone proprio al rischio-gabinetto: si discetta di tutto, si passa dai temi impegnati a quelli leggeri con una semplicità disarmante. Nell'arco di una decina di post, anche il ministro più autorevole diventa uno di noi. Ora, vi potete immaginare Camillo Benso (conte di Cavour) che conversa con perfetti sconosciuti delle sorti del governo, mostrando magari le dita dei piedi coperte dalla sabbia?
De Gasperi e Togliatti avrebbero accettato di mettersi a nudo (si spera solo in senso metaforico) su internet?

Difficile dare una risposta, perché ognuno vive nel proprio tempo. Ma io rimpiango molto la riservatezza che ammantava, per mera mancanza di strumenti di diffusione istantanea delle notizie, le persone autorevoli di una volta. Io non so se Dante Alighieri amasse i gattini, ma sono certo che se avesse riempito le nostre bacheche di foto di cuccioli, oggi la Comoedia avrebbe tutt'altra fama.

Commenti

  1. Dante Alighieri, data la sua bravura a inventare personaggi, avrebbe avuto almeno una decina di pseudonimi da cui avrebbe trollato alla morte i vari principi. Però forse in effetti così non avrebbe più scritto la Divina Commedia, che in fin dei conti è una divina trollata ;)

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