Fate attenzione, questo è un libro difficile. Difficile per il lettore, si intende. Titolo molto indovinato, perché
Aspro e dolce è ovviamente il vino, ma anche il protagonista di queste pagine. Appartenente al filone più intimista della produzione di Corona, il libro è una
autobiografia etilica dello
scultore ertano. Attraverso la frequentazione del vino, il lettore segue gli anni giovanili dell'autore, fra il duro lavoro manuale e le spacconerie con la compagnia di amici.
Ci sono pagine veramente fastidiose, e non lo affermo soltanto perché sono astemio. Corona ci sbatte in faccia gli effetti peggiori dell'alcolismo, che nel Friuli è (stato) una piaga quasi endemica. Si fa fatica a solidarizzare con questi ubriachi che rubavano, picchiavano, e talvolta arrivavano al limite dello stupro per colpa dell'alcool. E Corona non cerca comunque la benedizione del lettore, perché sa di non meritarla; il resoconto di alcuni episodi è carico di vergogna e di senso di colpa, e ci mancherebbe altro.
Ma non voglio infierire e sembrare un moralista bacchettone. Essendo "uno di città" probabilmente non posso comprendere l'influenza di un ambiente chiuso, misogino e vagamente primitivo della Val Cellina di sessant'anni fa.
Se però si riesce a superare la rabbia che alcune pagine trasmettono, questo libro è tutto da scoprire. C'è un messaggio di speranza: "Non fate gli stessi errori, fermatevi prima che sia tardi." E c'è il dolore per quelli che non hanno saputo fermarsi in tempo.
Le ultime pagine, come spesso accade nei testi biografici di Corona, sono anche le più commoventi: dopo tante avventure e disavventure finite miracolosamente bene, arriva la verità, ed è spietata. Gli "eroi", o "antieroi", che ci hanno accompagnato attraverso quarant'anni di storie hanno spesso avuto destini tragici. Qualcuno ha pagato con la vita gli eccessi del vino, altri sono morti in incidenti che un astemio non riuscirebbe nemmeno ad immaginare, solo pochi se ne sono andati serenamente e in tarda età. Come l'autore ripete, la vita ti presenta sempre il conto, anche con gli interessi. La piccola Spoon River raccolta nelle ultime pagine del volume lascia il segno, un senso di ingiustizia e contemporaneamente di inevitabilità.
Il mio percorso di avvicinamento all'opera di Mauro Corona forse non è stato il migliore. Sono partito dai testi autobiografici, come
I fantasmi di pietra e questo
Aspro e dolce. Il rischio di scoprire tutti i peggiori difetti del maestro ertano è grande, perché qualunque lettore si costruisce un'idea preconcetta ed edulcorata dei propri scrittori favoriti. Ma forse, come per il mio amato Georges Simenon, è preferibile conoscere anche gli aspetti sgraditi del carattere di uno scrittore. La comprensione dei testi sarà migliore e più profonda.
Libro molto noioso e ripetitivo. Con tutto il rispetto che ho per l'uomo di montagna, le sue abitudini ed i suoi vizi. Non puo raccontare ad libitum le stesse spacconerie declinate in tutte le salse per tutte quelle pagine. Sicuramente è storia vera, ma spacca i maroni....
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