Se amate la montagna, ma soprattutto se amate la montagna non selvaggia ma selvatica,
Alpi segrete di Marco Albino Ferrari è il libro che fa per voi. L'autore è il fondatore del periodico
Meridiani Montagne, nonché alpinista d'esperienza.
Articolato in un ideale verso di percorrenza Ovest-Est, il volume raccoglie pochi capitoli dedicati ad altrettanti luoghi
segreti della catena alpina. Dalle valli cuneesi alle Alpi Giulie, passando per la Valtellina e le Dolomiti, il lettore che cerchi spunti per un'escursione lontano dal traffico delle mète più famose troverà pane per i suoi denti.
Un'avvertenza: il tono dell'autore è talvolta duro, forse eccessivamente duro. Di fatto tutti i capitoli sono attraversati dall'annosa questione dell'atteggiamento verso la montagna: da un lato ci sono gli amanti della montagna, dall'altro i montanari. I primi sono quasi sempre cittadini che idealizzano l'ambiente alpino all'estremo, e si dibattono fra la tutela dell'ambiente selvatico e la diffusione delle comodità urbane fin sulle vette. I secondi, che in montagna vivono da sempre e da essa devono trarre sostentamento, appaiono politicamente scorretti, un po' austeri e burberi.
Ferrari ha un'avversione evidente per la commercializzazione dell'ambiente montano, e per le inevitabili degenerazioni (si pensi a Cortina, Courmayeur, e agli altri luoghi dove "anche la neve è firmata"). Questa posizione rischia di mortificare l'entusiasmo che il lettore tende a sviluppare quando legge che sono sempre più numerosi i musei della montagna. Ferrari non esita a liquidarne alcuni alla stregua di ammassi di ciarpame uscito dai solai, totalmente privi di valore scientifico e storico.
Oppure, ma devo confessare che non è stata una sorpresa, attacca piuttosto duramente i cosiddetti MMM, i musei della montagna di Reinhold Messner in Alto Adige. Messner è uno dei migliori alpinisti contemporanei, ma alla prima visita dei suoi luoghi si nota una certa ispirazione commerciale spinta.
Ad ogni buon conto, il capitolo finale dedicato all'orso Dino è emblematico. Questo orso, nato nella foresta slovena, nel 2009 ha deciso di intraprendere un viaggio quasi picaresco verso la frontiera occidentale. Attraverso la foresta di Tarvisio e le Dolomiti, si è spinto fino alle porte di Verona. L'eco mediatica è stata forte, ed è immediatamente nata la partigianeria: ecologisti di città contro abitanti delle valli. Persone pronte a difendere un animale del tutto sconosciuto e mitizzato contro lavoratori esasperati dai massacri di animali compiuti da Dino.
La fine, tutt'altro che lieta, contiene un risvolto beffardo che non voglio svelare, e che probabilmente resta negli archivi on-line dei quotidiani. Il caso, tutto sommato banale, è diventato il paradigma della lotta fra l'uomo e la natura, ma soprattutto fra l'uomo che può permettersi di osservare la natura e l'uomo che deve invece convivere con essa e con i suoi pericoli.
Ho imparato molte cose sulle Alpi Giulie, un segmento cui sono particolarmente affezionato e al quale Ferrari dedica il capitolo più tecnico e articolato dell'intero libro.
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