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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament...

Ispettore Callahan: il caso Scorpio è tuo

Ieri sera non ho resistito, e l'ho rivisto per l'ennesima volta. Avevo deciso di guardare un (noioso) telefilm sulla RSI, e in attesa che finisse la pubblicità ho fatto zapping e mi sono imbattuto nel primo film dell'Ispettore Calla(g)han.
Datato 1971, diretto da Don Siegel, resta a mio avviso un esempio di film incompreso. Molto criticato fin dall'uscita nelle sale, racconta la storia di Dirty Harry, in servizio a San Francisco e noto per i modi rudi e talvolta irregolari.

Rivisto a distanza di 44 anni, mi è sembrato ancora gradevole e perfino moderno. La durezza di alcune espressioni sembra inaccettabile ai nostri giorni, ma sarebbe inutile confrontare certi epiteti e certi pregiudizi con quelli che emergono da recenti fatti di cronaca non solo americana. La trama è oggettivamente debole, tutta incentrata sulla caccia ad un villain spietato e perverso, a mio giudizio interpretato da un attore con la faccia sbagliata.
Al di là di alcuni spunti scabrosi, mi è parsa evidente la vena perbenista della regia, attenta a condannare ogni forma di oltraggio alla morale comune.

Detto ciò per dovere di cronaca, io ho sempre provato una tristezza infinita davanti a questa pellicola. L'Ispettore Calla(g)han, in questo episodio iniziale, è una figura tragica, privato della moglie da un ubriaco che l'ha uccisa in un incidente stradale, e ormai incapace di spiegare perché riesca ad andare avanti. La scena in cui raccomanda alla giovane moglie del suo collega ferito di non farlo più tornare in servizio non ha proprio nulla di eroico. I titoli di coda scorrono su una musica straziante, mentre Dirty Harry toglie la stella dorata dal suo distintivo in segno di disprezzo per un sistema che non sa più mantenere l'ordine nella sua città. Ma forse anche per ribadire che i tempi sono cambiati, il Far West se n'è andato per sempre, ed è ora di cambiare vita.
Sappiamo che, cinematograficamente parlando, Callaghan resterà sugli schermi fino alla fine degli anni 80, sempre più grigio e spietato, ma anche sempre meno complesso.

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