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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament...

Non erano i bambini


Questa seconda avventura del commissario Vidal Tonelli, già protagonista de Il soldatino impazzito, sempre ambientata a Pordenone e sempre pubblicata dalle Edizioni L'Omino Rosso, ci proietta nel mondo difficile dell'immigrazione. Nel principale parco cittadino è rinvenuto il cadavere martoriato di un operaio ghanese: l'autopsia rivela una sconcertante realtà, il pover'uomo è stato attaccato e sbranato da un leopardo. La sonnolenta città friulana piomba nel terrore, ma non solo il terrore di una belva che si aggirà per le strade. È la paura del diverso, che mette a repentaglio un equilibrio ancora fragile di convivenza e tolleranza.
Il commissario Tonelli indaga, aiutato dalla vedova della vittima e dai suoi collaboratori.

Meno incisivo del romanzo d'esordio, Gianni Zanolin imbastisce una strana storia di misticismo africano e soprannaturale. Lo spunto è interessante, lo sviluppo della trama solo fino a un certo punto. La soluzione dell'enigma appare debole, e potrà dispiacere ai lettori convinti di leggere un giallo tradizionale.
Si conferma tuttavia l'abilità dell'autore, capace di tratteggiare figure ricche di fascino e di mistero. Da una nota conclusiva apprendiamo che molti ingredienti della vicenda traggono spunto da fatti realmente accaduti quando Zanolin ricopriva la carica di assessore comunale. Ovviamente nessun leopardo ha mai ucciso nei parchi di Pordenone, a scanso di equivoci.

Consapevoli che l'opera seconda difficilmente mantiene le promesse dell'opera prima, attendiamo ulteriori indagini del commissario Vidal Tonelli.

Post scriptum: la casa editrice mi ha spedito un'appendice dedicata ad Anna, la figura femminile protagonista di questo romanzo. Non nutro grandi aspettative, ma la leggerò volentieri.


Post post scriptum: questa mattina ho letto l'appendice, intitolata Anna. Essenzialmente tratta del tentantivo del commissario Tonelli di "mettersi con" Anna, la vedova dell'operaio sbranato dal leopardo. Lo so, sembrerò cinico, ma sinceramente queste venti pagine mi sono sembrate banali e largamente inutili. I soliti argomenti, il pregiudizio dei pordenonesi per le coppie miste, ecc. ecc. Per fortuna che l'edizione a stampa è stata risparmiata da questo esercizio di ovvietà.

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