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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

A Natale portami via

Dice qualcuno che il Natale è una sorta di capro espiatorio per lavarsi la coscienza. Dice qualcun altro che dovrebbe essere Natale tutti i giorni, non soltanto il 25 dicembre. Perché quelle cose, quei valori che ci sforziamo di esprimere alla fine di dicembre dovrebbero essere gli stessi che muovono le nostre azioni sempre.

Poi ci sono quelli che sembra lo facciano apposta a rendere sgradevoli anche questi giorni speciali. Alcuni di costoro se la cavano perché, in fondo, il resto dell'anno sono persone in gamba e forse si sentono soltanto tristi o frustrate. Altri invece sono proprio fatti così, un po' stupidi: sono stupidi dal 1 gennaio al 31 dicembre, senza ferie; ma sono la minoranza e bisogna difendere anche le minoranze.

Allora, caro Gesù Bambino/Babbo Natale/Santa Claus/Santa Lucia/San Nicola/San Nicolò, mettiamola così: l'anno prossimo non ti affaticare a portarci doni ingombranti e costosi. Anzi, non ti affaticare proprio a portare. Piuttosto, porta via: portaci via la stupidità, l'orgoglio, l'arroganza, l'energia per litigare. Chiedere di toglierci le sofferenze e le difficoltà sarebbe troppo, lo so. Ma se almeno restassimo senza la forza di essere peggiori di quel che siamo realmente, sarebbe un gran risultato...

Un Natale povero, come augura sempre Mauro Corona (che inizia a ripetersi un po', ma finché ripete cose condivisibili...). Non necessariamente povero di soldi e di benessere, ma povero di sentimenti rabbiosi e negativi. Io credo che si faccia più fatica ad odiare che ad amare, soprattutto perché l'odio non ti fa dormire bene la notte e al mattino ci si alza stanchi.


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