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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

E' Natale, adeguiamoci!

Quando ero piccolo, mamma e papà dicevano che i regali di Natale arrivavano direttamente da Gesù Bambino. In Lombardia la figura americana di Babbo Natale non era particolarmente apprezzata, né si parlava di San Nicola (o Nicolò).
Non so per quanti anni ho creduto a questa versione, probabilmente pochi: l'idea che Gesù - peraltro Bambino - vagasse per il mondo carico di pacchetti regalo mi convinceva poco. A un certo punto qualche compagno di scuola mi ha detto che i regali erano portati dai genitori: non ricordo bene, ma credo di aver provato un certo sollievo. Quello che ricordo, invece, è che mettevo Gesù alla prova: sussurravo l'elenco dei giocattoli che desideravo, e puntualmente arrivava qualcos'altro.

Crescendo ho iniziato a vivere le Feste di fine anno con una certa insofferenza e malinconia, e ricercavo nelle nobili motivazioni della lotta al consumismo una giustificazione razionale per i miei sentimenti. Uno dei periodi più dolorosi della mia esistenza si verificò proprio in questo particolare periodo; fortunatamente tutto si risolse bene, senza conseguenze eccessive.

Oggi, proprio oggi nel senso del calendario, credo di poter dire di aver colto il senso del Natale. E' vero, la gente si getta a capofitto nei centri commerciali, fa acquisti superflui e costosi, aumenta l'inquinamento con i gas di scarico delle automobili. Forse molti non sono felici come vorrebbero dare ad intendere. Ma proprio qui si nasconde - credo - il segreto: inutile remare contro corrente, per il gusto di aggiungere alle preoccupazioni solite anche il fastidio della delusione.

Molto meglio assecondare la corrente, sorridere e augurare Buon Natale ad amici, famigliari e conoscenti. Meglio un maglione con la renna che la tristezza di esserne privi, anche se la vera felicità è altrove. Piuttosto che niente è meglio piuttosto, recita un proverbio abbastanza saggio: in attesa di trovare la vera felicità, accontentiamoci di qualche semplice surrogato. Per noi e per chi ci ama.

E tanti auguri a tutti!

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