Passa ai contenuti principali

In primo piano

Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Le formiche e la bambina dispettosa

C'era una volta un'autostrada di formiche. Sì, quelle processioni infinite di formiche che escono da un piccolo buco nel terreno o nell'intonaco di un muro e continuano verso un'irraggiungibile meta. Le formiche procedevano ordinatamente, in fila. Certo, qualcuna usciva dai ranghi e tentava di cambiare passo o direzione; complessivamente, però, l'immagine era quella di una comitiva ordinata, vagamente simile ad un battaglione in marcia. Le formiche si organizzavano in una struttura gerarchica piuttosto precisa: c'erano le formiche-dottorande, le formiche-postdoc affiancata dalle formiche-assegniste. Qualche centimetro più avanti si collocavano le formiche-ricercatrici, che avevano l'incarico di scoprire nuove risorse, avventurandosi oltre i sentieri già tracciati dalle più esperte formiche-di-seconda-fascia e dalle anziane formiche-di-prima-fascia. Queste ultime, inizialmente un corpo d'élite, nel tempo erano aumentate di numero e ricoprivano ruoli dominanti nella vita del formicaio.

Un giorno, mentre l'inesorabile marcia continuava senza sosta, arrivò una bambina dispettosa, con gli occhiali e la vocina stridula. Veniva da Brescia, ma studiava alle scuole elementari di Pizzo Calabro: non per opportunismo, ma per amore delle melanzane sott'olio. Come tutte le bambine della sua età, si divertiva ad infastidire le persone che lavorano, e perfino gli animali. Con le sue scarpette di vernice rossa, iniziò a calpestare le povere formiche, disperdendo la doppia fila di quegli insetti tanto ordinati. Gli animaletti impiegarono qualche istante prima di comprendere che la loro vita era in pericolo, e poi seguirono l'istinto. Alcune corsero in avanti, soprattutto le formiche-di-prima-fascia, avvantaggiate dalla posizione di testa nella gerarchia. Le formiche-ricercatrici, terrorizzate all'idea di perdere di vista la testa del plotone, si coalizzarono e cercarono di mantenere la posizione. Alcune di esse rinunciarono a proseguire, e rientrarono nel formicaio, continuando a svolgere incarichi sedentari di routine. Le formiche più giovani, rimaste bloccate all'uscita dal nido, furono le più colpite dalla furia della bambina occhialuta. Alcune, previdenti, trovarono rifugio in altri formicai lontani, dove gli abitanti parlavano lingue dure e spigolose, ma offrivano ospitalità e apprezzavano il lavoro serio delle nuove arrivate. Altre formichine, convinte che la bambina si sarebbe stancata presto di calpestarle, restarono ferme in attesa di tempi migliori; ma la suola di cuoio delle scarpette rosse scavò solchi profondi, e il terreno fu impraticabile per molti giorni a venire. Purtroppo le formiche-dottorande, tenute prudentemente lontano dal pericolo, si resero conto troppo tardi della devastazione compiuta; all'uscita dal formicaio, caddero preda dei malvagi formichieri, avvertiti tempestivamente dalle Agenzie per il Nutrimento Interinale e Precario.

Al calar della sera, la bambina dispettosa venne richiamata in casa dal papà Silvio, e di lei si persero le tracce. Ma gli effetti del pomeriggio di gioco durarono a lungo, molto a lungo.

Nota critica.

Questo breve racconto appartiene alla trazione popolare italiana. Appare ispirata ai classici delle favole antropomorfiche dell'antichità ellenica, e alcuni studiosi hanno proposto un'interpretazione basata sulla metafora dell'università e della ricerca. Altri, più originali, hanno proposto un legame con i Vangeli Apocrifi, ma si tratta di una lectio facilior. La figura della bambina occhialuta, volutamente sgradevole, è probabilmente un'antropomorfizzazione del ben noto Governo Precedente; questa figura ricorre nei racconti popolari italiani, spesso introdotta come un ovino cornuto (chiamato capro espiatorio dagli zoologi) e accusata di ogni calamità e sciagura. La studiosa Marie-France Pénsaté e il collega ungherese Férencz Estycatzy, nel saggio Anvedi Ahó (di prossima traduzione italiana per i tipi di Baggianate) riferiscono alcuni detti regionali, fra cui "Piove, Governo Precedente ladro!" e "I miasmi provenienti dal depuratore sono da imputare al Governo Precedente, che mangiava troppi fagioli". È invece raro che il Governo Precedente rivesta un ruolo positivo; alcune eccezioni si trovano nelle novelle politiche di Angelino La Poltrona, in cui il Governo Precedente si sovrappone al Governo Attuale e ne eredita le caratteristiche positive. L'uso della formica come animale-protagonista sembra alquanto originale e significativo. Lo studioso conservatore Mario Limontacci, nel pamphlet L'odioso privilegio di avere uno stipendio, suggerisce l'interpretazione di sostanziale disgusto nei confronti delle formiche, animali abituati ad invadere le dispense e le abitazioni, molto difficili da sterminare. Si delinea dunque un'affascinante critica del testo: le formiche, apparentemente vittime della bambina cattiva, diventano lentamente elementi negativi e infausti, mentre la bambina dispettosa si trasforma nell'eroina positiva, che cerca di liberarci dalla presenza inopportuna dei piccoli insetti.

Commenti

Post più popolari