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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Piccolo breviario ad uso dell'aspirante politico

La vicende del centro-sinistra italiano che abbiamo commentato negli ultimi giorni mi spingono ad una conclusione: all'aspirante politico italiano mancano le basi. Quasi sempre manca anche l'altezza (morale, soprattutto), ma pazienza.
Invece, prevale la convinzione che la politica attiva sia l'analisi dei sondaggi: la gente vuole questo? E diamogli questo! La gente vuole quello? E diamogli quello! Perché noi dobbiamo fare quello che vuole la gente.

Io mi avvio verso i quaranta, i capelli sono bianchi e solo i geni mi hanno preservato dall'arrotondamento delle forme. Penso di averne viste tante, a partire dal declino della Prima Repubblica fino al declino dell'Ennesima. Mentre gli USA hanno gli stessi partiti da secoli, noi li cambiamo con la stessa frequenza dei calzini. Gli antichi politici italiani avevano una miriade di difetti (per esempio un concetto di onestà abbastanza flessibile), ma non erano uomini per tutte le occasioni. Ecco allora poche domande che ogni italiano, prima di scendere (o salire, o prendere la prima scorciatoia dopo il semaforo) in politica dovrebbe porsi.

  • Pensi che ogni individuo sia padrone della propria vita, oppure che ne sia soltanto un gestore a responsabilità limitata? La vita è nostra oppure è solo un prestito?
  • Ritieni che le convinzioni religiose prevalgano sulle esigenze dell'individuo?
  • Il tuo ideale di società è basato sulla competizione e sulla disuguaglianza, oppure sulla convivenza e sull'uguaglianza?
  • Gli interessi collettivi devono prevalere su quelli personali?

Quattro domande fondamentali (ma potrebbero essere di più) per collocarsi rispetto agli schieramenti tradizionali della società. E quattro risposte che non dovrebbero mai dipendere dalle contingenze elettorali. E poi, buona fortuna: qualcuno vince e qualcuno perde, ma un briciolo di dignità sarà comunque salva.

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