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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament...

Recensione: "Nella casa" di F. Ozon

Sono riuscito a vedere, in francese con sottotitoli, l'ultimo film del regista François Ozon, Nella casa (Dans la maison il titolo originale). Ecco il trailer ufficiale:


Ozon è un regista molto popolare, affezionato a temi spesso morbosi e scopritore dell'attrice Ludivine Sagnier. Questa volta si cimenta con una pièce spagnola ambientata nel mondo della scuola. La trama è affascinante: il professore di francese Germain, annoiato e deluso dalla sua classe, corregge il tema di Claude Garcia. È la prima puntata di un feuilleton ambiguo, in cui Claude avvicina con una scusa il compagno di classe Rapha Artole e si insinua nella sua casa e nella sua vita. Poco alla volta, diventa una presenza fissa per gli Artole, fino ad approfittare della madre di Rapha. La donna è (banalmente) delusa dalla vita di coppia, ma non cede alle lusinghe del giovane spavaldo.
Parallelamente, anche l'intimità del professore è sconvolta dai temi che Claude gli fa leggere, fino a minare l'equilibrio (già instabile) del rapporto con la moglie. Il professore non reprime, ma anzi incoraggia il voyeurismo dell'allievo, e ne diventa presto la vera preda. Ma è una preda inconsciamente consenziente, quasi bramosa di essere divorata dal predatore. Claude ottiene il suo scopo: seduce la moglie del docente e la convince a lasciare il marito. Manipolando Rapha Artole, arriva a far licenziare Germain per aver trafugato un compito di matematica, ma nemmeno questa volta ne perde la stima. Germain, ormai solo e disoccupato, osserva le finestre di una casa dalla panchina del parco, seduto accanto a Claude. Il predatore ha ormai il pieno controllo della preda, e ne fa un burattino.
A dispetto di alcuni titoli di giornale, questo non è un thriller. È piuttosto un dramma psicologico giocato sul filo del rasoio. Ozon non è Claude Chabrol, e non lascia che la tensione evolva nel dramma cruento. Chabrol avrebbe forse trasformato Claude in un assassino sanguinario, o forse sarebbe stato Germain a commettere un delitto inevitabile.
Invece Ozon preferisce la miseria della sottomissione, la debolezza della vittima che non sa riscattarsi.
Ma il film è anche un bel racconto del mestiere di insegnare. Spezzare gli schemi che regolano il rapporto fra insegnante e allievo può essere esiziale, seppur seducente. È interessante sottolineare le abilità matematiche del giovane Claude Garcia, che esclama convinto: "La matematica non delude mai."
Il confronto è con la vita, incerta e basata sull'incertezza. Claude Garcia è un evidente sociopatico, probabilmente una sceneggiatura americana lo avrebbe liquidato in un conflitto a fuoco con la polizia. Il cinema europeo privilegia il fascino dell'ambiguo, trasformando la perversione in virtù e la normalità in meschinità.
Pensandoci bene, quello dell'insegnante può essere solo una soluzione di comodo. In astratto, il senso del film è che nessuno è veramente quello che pensa di essere; la preda è cacciatrice, e il cacciatore è la preda.

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