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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Profumo di libri (e un po' di propaganda)

Uscendo dal dipartimento per andare in stazione, ho lanciato uno sguardo alla mia cassetta postale. Solitamente vuota e polverosa, quasi un reperto archeologico sopravvissuto alla rivoluzione della comunicazione digitale, oggi mostrava attraverso la finestrella una busta di carta gialla. Era finalmente arrivato il libro che ho comperato a prezzo stracciato grazie alle mie prestazioni da reviewer per MathSciNet. Per i profani, si tratta sommariamente di questo: MathSciNet è il principale database di pubblicazioni matematiche di tutto il mondo, e noi ricercatori ne facciamo un uso pressoché quotidiano. Il database chiede la collaborazione (gratuita e volontaria) dei matematici, per poter accompagnare ogni elemento con una breve recensione dei contenuti. I recensori volontari ricevono periodicamente uno o più articoli da leggere e commentare per il database. L'unica ricompensa consiste nei famosi punti, cioè monete virtuali che possono essere spese per acquistare i volumi editi dall'American Mathematical Society. Va beh, ma non di questo intendevo parlare.

Il libro, se siete curiosi, è questo:

Appena arrivato a casa, ho aperto la busta e ho cominciato a sfogliarlo. Lo conoscevo già, e l'ho utilizzato per un paio di lezioni sugli spazi di Sobolev. Ma il profumo della carta nuova, della rilegatura ancora scricchiolante e dell'inchiostro mi ha fatto tornare agli anni della mia laurea, quando sfogliavo i poderosi cataloghi delle case editrici professionali alla ricerca dei miei prossimi acquisti. Aspettavo settimane prima di ricevere il pacco, e alla fine annusavo i volumi pieni di teoremi e di dimostrazioni. Certo non basta annusare un libro per apprenderne i contenuti, ma confesso di avere una memoria terribilmente fotografica: dei teoremi ricordo quasi sempre il carattere tipografico del testo dove li ho studiati, e il peso della carta. Ricordo la posizione dell'enunciato all'interno del capitolo, e la sensazione dei polpastrelli che accarezzano la pagina. Anche perché alcune collane di opere matematiche sono piccoli gioielli: rilegatura solida, colori accattivanti, carta di qualità superiore. Per me, un libro di matematica è sempre stato un piacere tanto mentale quanto fisico. Quando ho deciso di scriverne uno, ho cercato a lungo la migliore combinazione di font e dimensioni del testo. E talvolta guardo il risultato quasi con gli occhi di un padre.

Ops, ormai la frittata è fatta. Ebbene sì, non l'avevo ancora scritto per la mia ritrosia all'auto-promozione; ma è proprio così, il mio libro è ormai in vendita. Si intitola Lezioni di Analisi Infinitesimale:



Non è un capolavoro, e forse non dovrei esserne nemmeno troppo fiero (che sarà mai, l'ennesimo testo di analisi matematica?). Però mi piace, e intendo proprio che appaga la mia vista. La copertina ha il mio colore preferito, e devo dire che nemmeno il profumo è tanto malvagio...

Commenti

  1. Soddisfazione, eh?
    Il giorno in cui è arrivata la mia prima copia stampata del Somnium Hannibalis ho passato una invereconda quantità di tempo a rimirarlo, accarezzarlo, annusarlo, appoggiarlo di qua e di là, riprenderlo in mano...
    Felicitazioni, rallegramenti, brindisi virtuali e ad maiora!

    la Clarina

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  2. Salve prof. Secchi,

    il suo testo va bene per la laurea in Fisica e quella in Matematica?, in merito ad un proficuo testo per esercizi non banali come i classici dei corsi di Calcolo nelle attuali Univ. cosa consiglia?.

    Grazie
    F. Di Monda

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    1. Salve,

      penso che il testo possa servire anche per gli studenti di matematica e fisica, forse con qualche integrazione da parte del docente.
      Gli eserciziari sono tantissimi, ed è difficile fare nomi e cognomi. Ci sono buoni eserciziari, ma non tutti gli esercizi sono per tutti gli studenti; alcune raccolte sono pensate per i corsi di ingegneria, altre per i corsi meno difficili ad Economia o Informatica.

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    2. Grazie!, effettivamente sono un autodidatta, ho già in anni passati sostenuto esami di analisi ad Ingegneria, solo che ora con una certa maturità vorrei ripercorrere la vecchia strada con la visione non da studente iscritto per il "foglio di carta".

      A suo giudizio cosa dovrebbe essere integrato nel suo testo.

      Grazie della sua disponibilità.

      F. Di Monda

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    3. Alcuni argomenti iniziali sono trattati piuttosto velocemente (ad esempio il principio di induzione, la costruzione dei numeri reali, ecc.) perché spesso sono trattati anche in altri insegnamenti o non sono essenziali per gli studenti meno specializzati. Nel libro non tratto i cosiddetti prerequisiti, e non c'è una trattazione approfondita delle cosiddette funzioni elementari.

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