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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Bilanci di un convegno

È appena terminato il convegno che ho contribuito ad organizzare, e devo ammettere di essere molto soddisfatto. Ero partito con qualche preoccupazione, perché sul sito avevamo ricevuto pochissime iscrizioni: il mese di settembre è l'incubo di qualunque organizzatore di incontri scientifici, perché è il tipico mese di fine estate prima del semestre di lezioni, e i calendari sono puntualmente pieni.
E invece posso dire senza tema di smentite che tutto è andato bene; peccato per un conferenziere che ha dovuto rinunciare al viaggio per un improvviso problema in famiglia.

I mini-corsi sono stati accolti con interesse e partecipazione, così come i seminari più brevi. Ho apprezzato lo sforzo di utilizzare molto la lavagna con il gesso: per quanto possa sembrare un vezzo, per raccontare la matematica resta lo strumento principale.

La scelta di Pisa come sede ospitante non è stata solo naturale (è la sede capofila del progetto FIRB 2012 che ha finanziato l'evento), ma si è rivelata una garanzia di qualità e un punto di convergenza per specialisti di diversi ambiti della teoria delle equazioni alle derivate parziali.
Per me Pisa è anche legata al ricordo di un anno da post-doc, ormai lontano dieci anni. Non voglio nascondere che non conservo particolari nostalgie per questo luogo: venivo da quattro anni a Trieste, ed è ovviamente là che ho avuto più esperienze ed emozioni. Per il mio carattere vagamente montanaro, Pisa è troppo cosmopolita e vivace, popolata com'è da studenti provenienti da tutta Italia. Ho sempre trovato difficile sentirmi pisano, forse perché la comunità è abituata ad accogliere chi viene da fuori. Insomma, in quei mesi non mi sono mai sentito a casa, e pazienza.
Detto questo, sono contento di esserci tornato, in una compagnia piacevole. Naturalmente ho offerto il mio tributo di sangue alle malefiche zanzare dell'Arno, ben più agguerrite di quelle padane.

Adesso l'estate è veramente finita, e si torna ai doveri dell'autunno: lezioni pronte a cominciare, articoli da portare avanti, esami da correggere e riunioni da seguire. Chiudo qui per non diventare troppo scontato. Ringrazio gli altri organizzatori: Nicola Visciglia per tutto l'impegno profuso che ha consentito al nostro progetto di essere finanziato; Luca Fanelli che guida l'unità locale di Roma; Riccardo Adami, ex milanese trasferitosi nel frattempo a Torino, e Diego Noja, unico superstite milanese a pieno titolo della nostra unità di ricerca. E ringrazio naturalmente tutti i partecipanti, che non posso certo nominare uno ad uno.

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