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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Valle d'Aosta, 80 anni dopo

La prossima settimana andrò in Val d'Aosta. A Valsavarenche, per amor di precisione. Non ci sono mai stato, eppure mi sembra di avere tanti ricordi.

Il fatto è che il mio povero nonno Federico, nato a Cunardo nell'agosto del 1913, venne arruolato nel fascistissimo corpo degli alpini, battaglione Intra, e spedito in Val d'Aosta per la scuola di montagna. Correva l'anno 1933, più o meno. Per tutta la mia gioventù ho sentito i suoi racconti, gli aneddoti, le rievocazioni delle scalate e delle marce ad alta quota. Mi rimproverava sempre di non amare la montagna, e adesso sarebbe felice di sapere che ho cambiato idea. Chissà, forse lo vede da lassù.

Io andrò a camminare, mentre lui si stava preparando alla guerra, all'Abissinia e alla Jugoslavia. Posti dove potevi prenderti una pallottola nella schiena dalla resistenza (perché noi italiani non eravamo là a esportare democrazia, bensì ad espandere il ridico impero) in qualunque momento. Forse riuscirò a vedere, con l'occhio della mente, l'istruttore di sci alpino Zeno Colò e il Duca d'Aosta che guidavano mio nonno e troppi suoi coscritti verso un futuro incerto.

Sono contento di visitare quei luoghi senza una mitragliatrice in spalla.

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