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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament...

M'indigno, mi impegno

... poi getto la spugna con gran dignità. Sono le parole di una famosa canzone di Fabrizio De André, con i dovuti adattamenti grammaticali.

Ieri era la giornata dell'indignazione globale, lo sappiamo tutti. Mi ricorda tanto Pierre Magnan, con la sua rubrica dell'indignato permanente. Sappiamo anche com'è andata a finire, almeno in Italia.

Che dire? Io sono soprattutto indignato di dovermi indignare permanentemente. L'indignazione dovrebbe essere l'eccezione, e detesto chi vuole trasformarla nella regola. Naturalmente questo vale sia per chi ci governa con i piedi e con altre parti anatomiche, sia per chi cavalca l'incavolatura popolare per accreditarsi in politica.
E la violenza? La violenza deve essere fermata, indipendentemente dalle motivazioni. Sarò un benpensante, ma una vittima violenta mi sembra odiosa quanto un carnefice violento. Dite che ieri la violenza era la solita cospirazione dei poteri forti eversivi? Non lo so, forse. Ma era comunque violenza. Da parte mia, magari vedo troppi polizieschi, ma sono sempre stato vagamente law and order. Ciò non impedisce di essere di sinistra, ma impedisce di ammirare quelli che incendiano le automobili parcheggiate.

La morale, ma dovrei scrivere l'amorale, è che noi italiani siamo un popolo immaturo, a destra e a sinistra. Ahi, serva Italia! Mille anni di sottomissione sono trascorsi invano.

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