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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament...

Unicità

Oggi mi è stato sottoposto il seguente problema: consideriamo due funzioni continue $f \colon (a,b) \to \mathbb{R}$ e $g \colon \mathbb{R} \to \mathbb{R}$. Supponiamo anche che $g$ sia di classe $C^1$, e che $g(x_0)=0$ per qualche $x_0 \in \mathbb{R}$. Fissato $t_0 \in (a,b)$, perché il problema di Cauchy $$\begin{cases} x' = f(t)g(x) \\ x(t_0)=x_0 \end{cases}$$ possiede una sola soluzione costante?

A volte mi domando perché il concetto di funzione costante sia così difficile da afferrare.

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