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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Acqua buia



Acqua buia è il titolo dell'ultimo (in ordine di pubblicazione) romanzo di Joe R. Lansdale. Lansdale ci racconta la storia, ambientata in un tempo essenzialmente imprecisato, che possiamo collocare forse nei primi anni '50 del secolo scorso, di tre ragazzi del Texas orientale, che scoprono nel fiume il cadavere di una loro amica. Il guaio è che ai piedi del cadavere è legata una pesante macchina da scrivere. Da questo spunto si dipana una lunga storia di fughe e di inseguimenti, fra adulti cinici e crudeli, mamme alcolizzate che vogliono redimersi, sceriffi corrotti, ceneri di defunti e soldi rubati. Su tutti, la figura del terribile Skunk, gigantesco uomo nero (in tutti i sensi) che si guadagna da vivere come killer e che incarna il male profondo ed atavico dell'umanità.
I tre ragazzi sono un gruppo assai variegato: una ragazzina di sedici anni, bianca e decisamente sveglia; una ragazzina di colore, sarcastica e indurita da anni di segregazione razziale; e infine un ragazzo bianco, sempre più consapevole della propria omosessualità repressa.

Il racconto, per la verità, inizia lentamente, forse troppo lentamente. Bisogna attendere la fuga da casa, per divertirsi, e da questo momento le pagine scorrono veloci. Non voglio svelare la trama e le epifanie dei personaggi, perché vale la pena di leggere questo libro. Ma sbaglierebbe chi pensasse di avere in mano un romanzo di formazione con il lieto fine: il finale sarà lieto ma tragico, la verità emergerà ma solo per qualcuno.  Il risultato è un romanzo di avventura che qualche rivista ha paragonato ad Huckleberry Finn. Personalmente ho avuto una sensazione di incompiutezza, quasi che Lansdale avesse fretta di mandare in tipografia le bozze. Ma il risultato è senz'altro gustoso e coinvolgente.

Joe R. Lansdale si conferma un autore estremamente versatile, forse un po' furbetto nello strizzare l'occhio al lettore con le sue battute spiritose e le scene horror fin troppo particolareggiate. Ma il lettore, anche in questo libro, si accorge che dietro le apparenze da letteratura d'intrattenimento si cela l'impegno contro il razzismo e le ingiustizie di una certa società americana.
Adesso i fan italiani hanno bisogno di un'altra avventura della coppia Hap & Leonard.

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