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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Evviva la privacy

Approfittando delle ferie, stamattina sono andato in biblioteca. Da qualche tempo non riuscivo ad accedere ai servizi on line di prenotazione, e avevo bisogno di aiuto.
La gentilissima bibliotecaria mi ha spiegato che, dal giorno in cui la mia vecchia tessera è stata sostituita dalla carta regionale dei servizi, il nome-utente non è più il numero della tessera ma il codice fiscale. Mi ha invitato a collegarmi da uno dei terminali a disposizione del pubblico, e ho avuto un attimo di smarrimento perché non ricordavo quale password avessi impostato. Soccorrendomi ancora una volta, la signora ha esclamato: "La password è [omissis]"

Io sono molto grato ai bibliotecari per il loro aiuto, eppure non mi sembra giusto che conoscano le password di tutti gli utenti. Da anni la policy consiste nell'oscurare le password anche agli occhi degli amministratori di sistema; in caso di problemi, gli utenti sono invitati ad inventare una password nuova. La mia biblioteca, al contrario, mostra in chiaro le password al personale di turno, con qualche pericolo per la riservatezza dei miei dati.
Vista la situazione, non ho avuto la forza di protestare, anche perché non avevo davanti un responsabile qualificato a fornirmi spiegazioni.
Però così non va, cari ingegneri del software: le password sono personali, e i bibliotecari non sono funzionari autorizzati ad operare con le password dei frequentatori.

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