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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

La gamba secca

Tanti anni fa, praticamente ogni volta che in tavola appariva un grappolo d'uva, mio nonno esclamava (cerco di trascrivere il dialetto, perdonate eventuali errori fonetici)

O Signur, vardée che üga! La gà giamò la gamba seca! Par forza, la catén zerba!

(Traduzione: O Signore, guardate che uva! Ha già il gambo secco! Per forza, la raccolgono acerba!)

Forse non tutti avranno afferrato il senso della lamentela di mio nonno. Da buon giardiniere ed ex commerciante di alimentari, deplorava l'abitudine di vendere la frutta maturata sui camion e nei mercati generali. In pratica, era un sostenitore ante-litteram della filosofia del Chilometro Zero. Un discorso molto sensato, ma purtroppo irreversibile: la frutta che acquistiamo nei reparti dei supermercati è stata palesemente raccolta molti giorni prima della maturazione, ed è conservata a temperature da congelatore. Il risultato è che i frutti che portiamo a casa marciscono dopo poche ore, anche a causa dei forti sbalzi di temperatura cui sono sottoposti.

Certo, 

Züca e melùn, la sua stagiùn

recita un altro proverbio delle mie parti (traduzione: zucca e melone, la sua stagione). Se pretendiamo di mangiare i lamponi in pieno inverno, dobbiamo importarli dall'altro emisfero, e questo richiede molte ore di viaggio durante le quali i lamponi passano dallo stato di frutta acerba a quello di frutta matura. Ma siamo davvero convinti che sia preferibile spendere fior di soldi per acquistare albicocche incartapecorite e uva con la gamba secca, invece di mangiare la frutta nostrana a tempo debito?

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