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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

L'ultima anguana

Molti autori italiani di romanzi gialli cercano di scimmiottare lo stile hard-boiled americano. I risultati sono spesso grotteschi, o quantomeno assai poco credibili. Umberto Matino non è uno di questi. Dirigente d'azienda, nativo della zona di Schio (Vicenza), Matino è arrivato al successo (se così possiamo dire) con l'ormai introvabile La valle dell'orco, apparsa presso l'editore Foschi. Fra parentesi, uno dei libri che più desidererei leggere ma che non riesco a reperire nemmeno on-line.

L'ultima anguana è il suo secondo romanzo (del terzo vi ho già parlato qui), e già la copertina invita all'acquisto. Nell'estate del 1956 - per riassumere la trama - tre fratellini di Vicenza vengono spediti nell'isolata Val Posina per trascorrere le prime ferie lontano dai genitori. Impiegano poco a stringere amicizia con i pochi bambini autoctoni, e naturalmente il loro principale divertimento è quello di esplorare i boschi e i prati che incorniciano la valle. Vivono a casa di una signora nubile, che è tornata lassù dopo aver lavorato in città presso un'aristocratica madama come cameriera: Margherita, questo il suo nome, è severa ma sa come guadagnarsi il rispetto dei tre monelli.
Durante una scorribanda nel greto di un torrente, i bambini rinvengono un vecchio portafoglio mezzo marcio; l'oggetto li affascina, iniziano un'indagine presso gli archivi parrocchiali per risalire al proprietario. Le loro mosse sono però notate dal prete del paese, che si fa raccontare tutto e consegna il portafoglio al brigadiere dei carabinieri, Baldelli. Tutto sembra finito, siamo già a metà del volume; invece no! Nel breve volgere di qualche pagina la storia prende una piega inquietante, perché i tre bambini sono brutalmente gettati nel fiume da una mano misteriosa, e muoiono sfracellati contro le rocce a valle. L'inchiesta langue, ben pochi sembrano davvero interessati a scoprire la verità: sia sul misterioso portafoglio, sia sulla tragica morte di tre ragazzini foresti.

Dodici anni dopo il brigadiere Baldelli non è più brigadiere: è maresciallo comandante di una stazione dei carabinieri della sua Calabria. Solo un perentorio ordine del comando generale dell'Arma lo strappa alla quiete della sua terra e lo catapulta mille chilometri a Nord: in Val Posina. Sembra che ci siano stati sviluppi, perché tre scheletri sono venuti alla luce con il crollo di un vecchio mulino dopo una lieve scossa sismica. Era il mulino della Margherita, guarda un po'!

Non posso togliervi il gusto di leggere questo romanzo fino alla fine, dunque interrompo qui il riassunto della trama. In che senso scrivevo, all'inizio, che quello di Umberto Matino è un romanzo giallo italiano?
Ci sono alcuni elementi molto caratteristici, su tutti la futilità dei moventi. Abituati alle cospirazioni di Hollywood, che si intrecciano a giri milionari di dollari e di potere, la soluzione del mistero della Val Posina si rivela in tutta la sua banalità: la banalità del male. E' abile, l'autore, a condurre il lettore verso una soluzione ambigua dell'enigma: i colpevoli sono colpevoli, ma in fondo i crimini più orrendi nascono da piccole questioni di paese. Le colpe dei colpevoli sono gravi e contemporaneamente scusabili. Tutto questo è molto italiano, va da sé. Un altro elemento è il destino, che sbroglia le matasse nostrane più abilmente di qualunque investigatore o poliziotto. Non posso essere esplicito senza rivelare troppo, ma nelle ultime pagine del libro la lunga mano della giustizia divina si scomoda per sopperire alle mancanze della giustizia umana.

Un bel racconto di uno scrittore che sa scrivere bene, senza fronzoli e senza manierismi. Consigliato, forse anche più del recente Tutto è notte nera.

Commenti

  1. Bellissimi davvero i libri di Matino. Originali e legati al territorio. Io me li sono letti tutti d'un fiato non appena sono usciti. Belle anche le tue recensioni. So per certo che la valle dell'orco uscirà a febbraio in una nuova edizione pubblicata dalla biblioteca dell'immagine. Aspetto un tuo commento.

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  2. Bellissimi davvero i libri di Matino. Originali e legati al territorio. Io me li sono letti tutti d'un fiato non appena sono usciti. Belle anche le tue recensioni. So per certo che la valle dell'orco uscirà a febbraio in una nuova edizione pubblicata dalla biblioteca dell'immagine. Aspetto un tuo commento.

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    1. Proprio pochi minuti fa mi domandavo se sarebbe mai stato ristampato il primo romanzo. Ora lo so! Questione di un paio di mesi allora. Grazie per i complimenti e per la segnalazione!

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