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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

La lanterna


Delizioso libretto (nel senso letterale del diminutivo-vezzeggiativo, poiché si tratta di un libro che sta in una mano, di appena cento pagine) recentemente edito da Robin Edizioni, è la traduzione di Le fanal (Denoël, 1992).
Il protagonista è il commissario Laviolette, l'investigatore che lo scrittore provenzale ha fatto conoscere al pubblico con alcuni romanzi dal sapore nostalgico. Ma questa volta Laviolette è solo il testimone di una vicenda gotica di fantasmi ed amori. Narratore nella narrazione, il commissario si fa interprete della storia di un fantasma infelice: una donna ormai anziana che passa il tempo sulla panchina di una stazione ferroviaria abbandonata da tempo. Moglie di un ferroviere, anzi di due ferrovieri, anzi di tre ferrovieri, è condannata ad attendere un treno che nessuno può vedere.

Scritto con il consueto stile involuto di Magnan (un mio grande rammarico è che non conosco sufficientemente il francese arcaico e letterario per avvicinarmi agli originali mai tradotti in Italia), questo veloce racconto riserva qualche piacevole sorpresa "nera" nonostante una certa difficoltà a seguire il filo dei dialoghi. Ma gli estimatori di Magnan (1922-2012) attendono la traduzione degli ultimi libri, di spessore ben superiore a quello di un divertissement.

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