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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Prati e pallone

In questi giorni di estate inattesa, capita di uscire di casa più volentieri. Io vivo a Cantù, che per i parametri Lombardi è una piccola città; eppure c'è ancora spazio per i prati e i giardini.
Ebbene, mi ha colpito la totale assenza di bambini che giocano all'aperto. Venticinque o trent'anni fa, noi passavamo le giornate sotto casa, in qualche prato che a noi sembrava lo stadio di San Siro. Oppure all'oratorio, dove potevamo giocare a basket.
Adesso i prati sono deserti, non si vedono i bastoni con cui delimitavamo le porte e i buchi, scavati con il tallone delle scarpe da ginnastica, del dischetto del calcio di rigore. Ma anche i campi asfaltati degli oratori sembrano poco frequentati. Oggi c'è internet, c'è il telefonino sempre acceso, il mondo forse è meno sorprendente per i ragazzi.
Per noi allontanarci dal quartiere era un'avventura, e non avevamo Google Maps.

Sarà giusto così, ogni generazione è diversa dalle altre. Però mi domando se i ragazzi del 2011 hanno ancora le ginocchia coperte di croste e sporcizia, se comprano ancora il ghiacciolo al bar dopo una partita "tre contro tre" sotto il sole. Sarebbe triste se fossero tutti pallido, miopi e con i pollici ipertrofici a forza di scrivere sms agli amici.

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