Riflessioni sull'insegnamento
Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament...
buon simone, ma quanti lettori hai? E di questi, quanti fanno caso alle formule matematiche? :-D
RispondiEliminaanyway, voto per google, si presenta meglio... e poi tanto alla fine dominerà il mondo!
Bisogna pur illudersi di essere conosciuti, no? ;-)
RispondiEliminaSarò sincero: ho tentato a lungo di migrare il mio sito accademico su Wordpress.com, ma per qualche strano gioco di alias non riesco ad arrivare alla fine. Sono anche un po' stufo di Google, che si allarga troppo. Però offre ancora strumenti gratuiti (almeno la maggior parte) più curati degli altri sistemi di pubblicazione.