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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Noio vulevon savuar l'indirizz

Qualche perla linguistica, in tempo reale dal convegno.
  • Quando volete dire guys, per favore, non pronunciate gays. Il significato di these two guys è molto diverso da these two gays.
  • Quando volete dire fluctuation, per favore, evitate di pronunciare flatulation. Il risultato può essere molto sgradevole, e non soltanto per l'udito.
  • La parola scientific non so pronuncia [sciaentific].
  • I cosiddetti lucidi, che molti definisco transparencies, non si pronunciano come [transpiransis]. In italiano si crea una spiacevole assonanza con il deodorante per ascelle.
  • Se state parlando di una donna, ricordate che his e him si riferiscono a persone di sesso maschile. E' imbarazzante quando il chairman tesse l'elogio di una professoressa e ne parla al maschile: tutti si domanda se ci sia un altro festeggiato. Oppure si pongono domande più... maliziose, sulle quali stendiamo un velo pietoso.

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