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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

L'incubo del bibliofilo

Come forse ricorderete, da Natale ho un iPad. Ne faccio un uso estremamente parco, al limite dello spreco di denaro. Mi piace usarlo per leggere la posta quando non ho tempo di accendere un computer, e per leggere libri. E qui casca l'asino.


Fino a due mesi fa, andavo in libreria e acquistavo i volumi che mi interessavano. Ora ho scoperto che esistono centinaia di testi completamente gratuiti, poiché sono scaduti i termini per i diritti d'autore. Ovviamente la scadenza dei diritti è sempre esistita, ma il lettore tradizionale (cioè cartaceo) quasi non se ne accorgeva. L'unica manifestazione della scadenza era la moltiplicazione delle edizioni delle opere, presso editori diversi: salvo casi molto particolari, un classico moderno resta tale presso qualunque casa editrice, e amen.


Con la diffusione del libro elettronico, la cessazione dei diritti d'autore sfocia spesso nella diffusione gratuita dei testi: potenzialmente la biblioteca personale (elettronica) del lettore si arricchisce senza spesa, e la tentazione dell'accumulo è irresistibile. Per questa ragione, ho già messo da parte più libri elettronici di quanti ne possa leggere in parecchi anni di vita, e non ho rinunciato ad acquistare la copia cartacea di qualche romanzo o saggio particolarmente promettente.


Il risultato è un senso di frustrazione che immagino colga qualsiasi amante dei libri: la consapevolezza che i libri saranno sempre più dei lettori, e alla fine vinceranno loro. Mi trovo davanti alla directory in cui scarico i libri gratuiti, e sono talmente incapace di scegliere quale leggere, che afferro il primo volume stampato che trovo e leggo quello.


Un fenomeno simile, ma parzialmente illegale, mi era capitato ai tempi di Megavideo: dopo una vita fatta di pochi film al cinema e tanti alla televisione, avevo a disposizione centinaia di pellicole, in ogni momento. E la scelta era impossibile. Mi hanno salvato la chiusura di Megavideo e la strana sensazione che il passaggio di un film alla televisione, magari dopo due anni di attesa, era più intrigante dello streaming libero. Penso fosse una sindrome da sabato del villaggio. 


In questi giorni sto leggendo un romanzo di Roberto Cotroneo e un ebook acquistato con il 78% di sconto da una nota libreria digitale. Cerco di mantenere un equilibrio, ma le offerte quotidiane di ebook a meno di due euro mettono la mia virtù a durissima prova.

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