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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Il gonnellino di Eta Beta

Ogni volta che devo partire per un viaggio, vorrei tanto avere il gonnellino di Eta Beta. Eta Beta è questo qui:

Questo personaggio Disney possiede un gonnellino prodotto con un tessuto extraterrestre, capace di miniaturizzare istantaneamente qualunque oggetto introdotto. 

Io, non essendo extraterrestre (o almeno credo), devo combattere contro la tentazione di infilare nel mio bagaglio mezza casa. Mettiamo il pile e le calze di lana, potrebbe far freddo. E se facesse caldo, non mi servirebbero i pantaloni corti e un'altra maglietta di cotone? Poi devo infilare le scarpe di Gore-Tex, in caso di inondazione; ma anche quelle di tela, se dovesse venire improvvisamente caldo. E non dimentichiamo il computer, la chiavetta per collegarsi ad internet, l'agenda, la penna, la matita, il blocco per gli appunti, lo spazzolino da denti pieghevole… Mancano solo la chiave inglese e il martello pneumatico.

Morale della favola, esco di casa che sembro un profugo, trascinando il borsone sulle rotelle cigolanti. Poi, naturalmente, riporto tutto a casa assolutamente intonso, pronto per il viaggio successivo.

Invidio molto i viaggiatori che non soffrono dei miei disturbi maniaci di avere tutto per qualunque evenienza. Vedo persone che si accontentano di un trolley minuscolo, eppure sono serene e si godono la permanenza lontano da casa. Se qualcuno mi legge e conosce Eta Beta, potrebbe farsi dare il telefono del suo sarto di fiducia?

Commenti

  1. per una volta, mettiti in gioco: prendi solo lo zaino, buttaci dentro il minimo indispensabile e vai! Se succede un imprevisto, compri qualcosa sul posto... però diciamoci la verità:in 15anni di viaggi, hai mai detto "fortuna che mi sono portato tre maglie di lana invece che una"?! No, eh?!
    A proposito, dove vai stavolta?

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    Risposte
    1. Questa volta sono più giustificato: quattro giorni dalle parti di Asiago. La montagna, in maggio, è infida: infatti fa un freddo terribile ed ho dovuto comprare un maglione! Nei viaggi di lavoro, invece, potresti aver ragione tu.

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